Il braccio di ferro dei docenti precari "Noi bocciati, spiegateci perché"

Circa sessanta prof hanno fatto richiesta di accesso agli atti, ma l’ex provveditorato ha respinto la domanda

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Docenti arrabbiati in lotta con l’Ufficio scolastico regionale. È una guerra a colpi di carte bollate quella innescata dal concorsone che si è svolto a luglio per selezionare i candidati destinati a coprire posti a ruolo. Un concorso finito subito nella bufera per l’altissima percentuale di respinti: quasi il 30% non promosso, contro una media nazionale che non supera il 5%. Si tratta del concorso ordinario per le scuole superiori che è si svolto alle Pier Cironi, sede regionale per la classe A12, che riguarda le materie di italiano e storia. Il battaglione di lettere, bocciato in massa dalla commissione regionale, non ha intenzione di darsi per vinto. Tutt’altro.

"L’Ufficio scolastico regionale ci ha negato l’accesso agli atti", spiegano i docenti seguiti dall’avvocato Isetta Barsanti Mauceri. "Abbiamo fatto richiesta alla fine di agosto, e l’accesso ci è stato negato con la scusa che non abbiamo presentato domanda utilizzando il modulo prestampato. Abbiamo inoltrato una nuova richiesta all’inizio di settembre e ancora oggi non abbiamo avuto risposta". I docenti rimasti al palo non hanno alcuna intenzione di abbandonare il campo di battaglia. "Molti di noi hanno risposto alle domande che la commissione ci ha rivolto, quindi vogliamo capire i motivi che hanno portato a bocciare un così alto numero di docenti. Ecco perché chiediamo di avere accesso ai verbali. E non ci arrenderemo", ripetono ormai da settimane. Nel frattempo i posti a ruolo sono rimasti vuoti: si tratta di 247 cattedre disponibili con 198 professori abilitati. Di questi 27 hanno rinunciato al posto perché già in servizio. In totale sono 76 i posti a ruolo rimasti vacanti.

A innescare la rabbia dei prof è stata la risposta, o meglio la non risposta, dell’Ufficio scolastico regionale, che poi ha proseguito con la pubblicazione della graduatorie senza tenere conto della denuncia dei docenti respinti né tanto meno della richiesta di accesso agli atti. "Chiediamo di poter sostenere di nuovo l’esame davanti a un’altra commissione. La forbice di bocciati tra Prato e il resto d’Italia è talmente ampia che rende evidente il fatto che qui ci siano stati seri problemi", aggiungono i docenti. "Chiediamo di essere considerati come professionisti che da anni insegnano e che adesso si trovano senza lavoro in attesa della chiamata per una supplenza nonostante la scuola sia già iniziata da gioni". Nonostante la bocciatura, infatti, i docenti saranno ugualmente in cattedra per insegnare, ma con un contratto da precari. Una situazione incandescente visto che in ballo c’è il tanto agognato posto fisso o comunque la possibilità di scalare la graduatoria e conquistare i primi posti per l’accesso alla cattedra stabile. E così la maledizione del concorsone sembra proprio colpire ancora. Già le prove scritte erano state una strage con una percentuale altissima di bocciati: test a crocette e quiz che avevano sollevato non poche critiche da parte dei candidati. Alla prova scritta che si è tenuta lo scorso marzo furono ammessi 1.999 candidati ma all’orale per italiano e storia sono arrivati solo 274 candidati. Significa il 13,7%. Una miseria.

Silvia Bini