
I segreti della Cappella dei Battuti Fra devozione e opere d’ingegno
Conoscete la Cappella dei Battuti di Santo Stefano? Realizzata sotto la sacrestia della Cattedrale fu utilizzata dalla Compagnia dei Battuti di santo Stefano, una confraternita laicale nata dopo la peste nera del 1348. La cappella era completamente affrescata ma lo stato di conservazione appare compromesso dall’umidità vista la collocazione sotterranea del luogo. Interessante, e originale, il fatto che per questo problema fu cercata una soluzione strutturale: al di sotto del piano di calpestio si trova infatti un vespaio formato da circa 100 ciotoloni in terracotta della fine del XV secolo, realizzato per impedire la risalita dell’umidità e oggi lasciato parzialmente in vista. Tra le decorazioni più antiche, del 1350 circa, rovinata dall’umidità, resta l’Agnus Dei al centro delle volte. Le volte furono ridipinte da un artista locale tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento con Evangelisti e Santi, sulle pareti si vede l’Ascensione, che fu completata intorno al 1420- 1425 da altre mani. Probabilmente Antonio di Miniato (1387-1466 ca.) e un collaboratore affrescano i monocromi a verdaccio nelle lunette con l’Ultima Cena, l’Orazione nell’orto degli ulivi, la Flagellazione, e due Profeti, mentre al fratello Pietro di Miniato (1366-1438) è attribuibile il finto trittico, sotto vi era l’altare, raffigurante la Madonna col Bambino in trono fra i santi Stefano e Lorenzo.
Ai piedi della Vergine sono raffigurati due confratelli della Compagnia col caratteristico copricapo a punta, detto "buffa", e la tunica forata sulla schiena per flagellarsi con la "disciplina" (una tipo di frusta). A destra della porta di ingresso alla Cappella è esposta la Via Crucis, quindici lamine in alluminio inciso realizzate negli anni ’80 del secolo scorso da Venturino Venturi.