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I bidelli non bastano Prato appesa a un filo ne mancano oltre 100 "Pronti a protestare"

Si attende la decisione dell’Ufficio scolastico regionale e del ministero. L’organico assegnato sulla base delle iscrizioni non è sufficiente. Scarlata (Cisl): "Provincia penalizzata, è un problema di sicurezza".

I bidelli non bastano Prato appesa a un filo ne mancano oltre 100 "Pronti a protestare"

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Questione di numeri. Non è una novità che il funzionamento della scuola pratese (e non solo) sia appeso ad un filo, ma in queste ore è riemerso il problema della carenza dei bidelli e degli amministrativi che Prato riceverà sull’organico di fatto. La provincia soffre di una carenza storica che si porta dietro di anno in anno e che di fatto mette in difficoltà gli istituti scolastici, che possono contare su meno personale rispetto ad altre province simili per numero di scuole. Quest’anno però i sindacati, già immaginando ulteriori problemi, sono pronti a scendere in piazza se le richieste dalla seconda città della Toscana non saranno accolte: ne va della sicurezza dei ragazzi, dell’igiene e della sorveglianza. Questioni sopra le quali non si può passare oltre.

Non resta che attendere le decisioni che arriveranno dall’Ufficio scolastico regionale e dal ministero. Intanto Rispo, la rete delle scuole pratesi, i sindacati e l’Ufficio scolastico provinciale si sono già incontrati: l’obiettivo è spingere per ottenere quanto richiesto. Dai primi calcoli effettuati dalle varie scuole di ogni ordine e grado, oltre all’organico di diritto che viene assegnato sulla base del numero degli iscritti, sembra che agli istituti servano altre 100 persone in più tra personale ata, amministrativi e tecnici. Si tratta dell’organico di fatto che viene determinato in base alle richieste delle singole province, ma che non sempre viene assegnato.

"La provincia di Prato è più sacrificata rispetto a Firenze o a città di regioni limitrofe come l’Emilia, dove a parità di scuole c’è molto più personale a disposizione", spiega Daniela Scarlata della Cisl scuola. "Il problema è che l’Ufficio scolastico regionale non invia direttamente le richieste delle singole province al ministero, ma opera una prima scrematura penalizzando di fatto realtà come Prato, perché si basa sullo storico degli anni passati. Un numero che qui non è mai stato attuale creando un danno permanente". Senza bidelli verrà messa in discussione l’apertura e la chiusura delle succursali. Il personale in deroga concesso alla Toscana, e quindi anche a Prato, rischia di non essere sufficiente a soddisfare le necessità delle scuole, soprattutto quelle con più sedi (ad esempio il liceo Livi-Brunelleschi è diviso su sei plessi) e così la soluzione messa in atto ogni anno per evitare il peggio è quella di spezzare l’orario ai bidelli. Il contratto prevede 7 ore e 15 minuti di lavoro continuativo al giorno, ma senza personale l’unica soluzione è concedere una pausa pranzo e chiedere il rientro pomeridiano. Un’abitudine che nel corso del tempo ha creato non pochi disagi.

"Con i numeri assegnati alle scuole pratesi i dirigenti fanno una gran fatica a garantire apertura e chiusura dei plessi", aggiunge Scarlata. "Ci sono scuole con più ingressi dove non è ammissibile che ci sia un solo bidello addetto al controllo, scuole con più piani, o peggio plessi con più succursali che ovviamente necessitano del doppio del personale". Prato ha dalla sua anche un problema relativo agli spazi: visto che da tempo immemore soffre di mancanza di aule, nel corso degli anni la soluzione individuata è stata quella di aprire varie succursali che però, inevitabilmente, necessitano di più braccia per essere gestite.

Silvia Bini