
Humphries a Montepiano: 70 opere in tre sedi - Mostra d'arte
"Un singolare fil rouge intessuto d’arte, umanità, colore, si è creato nel corso del Novecento tra Venezia e Montepiano, come se i canali della città lagunare si distendessero fino ai monti appenninici. I fili rossi richiamano Bruno Saetti, attratto da un’ancestrale vocazione del borgo all’arte, all’accoglienza, alla creativa riservatezza, ma anche Geoffrey Humphries". Venezia e Montepiano, la laguna e la valle appenninica, luoghi d’arte per uomini che ne hanno fatto la loro casa e la loro fonte di ispirazione. Parte da qui la presentazione dell’antologica, promossa dal Comune di Vernio e dalla Fondazione Cdse con il patrocinio della Provincia di Prato e la collaborazione della Misericordia di Montepiano.
Si tratta di circa 70 opere dell’artista, nato ad Amersham in Inghilterra, trapiantato a Venezia e poi approdato da ragazzo a Montepiano, dove ha messo radici e ancora oggi ha un luminoso studio nella casetta in mezzo ai faggeti che acquistò negli anni ’70 del secolo scorso, sono il nucleo di un allestimento che si sviluppa su tre sedi: Palazzo Banci Buonamici, sede della Provincia di Prato, l’Oratorio di San Niccolò a San Quirico di Vernio e la sala della Misericordia a Montepiano. A Prato la mostra si inaugura il 26 luglio e nel giardino Buonamici ci sarà la presentazione del catalogo, mentre a Vernio e Montepiano il 29 luglio, per concludersi il 3 settembre.
"Humphries è un artista di caratura internazionale, che ha esposto in tutte Europa – ha sottolineato Alessia Cecconi – A Venezia è considerato il più importante pittore figurativo presente in città. L’antologica ci permette di seguire tutte le tappe della sua evoluzione artistica, dagli anni ’60 in poi".
È il colore la cifra di lettura del lavoro di Humphries. Protagonista indiscusso dell’esposizione è il dialogo con il corpo umano. Il colore sprigiona la sua sensualità nei nudi femminili riflessi sulla Giudecca, nei languidi riposi delle modelle tra lanterne e paraventi, nelle vesti accese di infiniti blu e infiniti rossi. Ma quella di Humpries è una poetica poliedrica, che si offre ai nostri occhi come un parasole sfaccettato in perpetuo movimento, che gira e stordisce. Visionarie apparizioni di femminili tentazioni, l’immaginario senza tempo del circo e del café chantant, luminosi brani di paesaggio toscano, con la tavolozza virata sui verdi e gli ocra di un’ideale palette montepianina e l’inconfondibile serenità dello skyline della Badia.