Prato, 40 anni fa moriva Guido Bisori

Senatore per 25 anni, oltre che sottosegretario del ministero degli Interni, Bisori si è impegnato concretamente per lo sviluppo della sua città natale

Monsignor Pietro Fiordelli,  il pittore De Chirico e l’onorevole Guido Bisori

Monsignor Pietro Fiordelli, il pittore De Chirico e l’onorevole Guido Bisori

Prato, 22 maggio 2023 - Avvocato, tra i padri fondatori della Democrazia Cristiana e senatore per 25 anni, oltre che sottosegretario del ministero degli Interni. Questo è stato Guido Bisori, scomparso il 22 maggio 1983 all'età di 81 anni.

Cresciuto in via Magnolfi, ha contribuito in maniera sostanziale allo sviluppo della sua città natale. Basti pensare che da parlamentare si impegnò affinché Prato avesse servizi e istituzioni degni delle dimensioni che stava raggiungendo in quegli anni: l'ufficio postale, la sezione dell'Archivio di Stato, la Camera di commercio (che sarebbe arrivata molti decenni più tardi), il tribunale.

Nel 1970 presentò un proprio disegno di legge per l'istituzione della Provincia di Prato. Inoltre, si adoperò per evitare che Prato fosse penalizzata: si schierò contro la costruzione dell'aeroporto fra San Giorgio a Colonica e Sant'Angelo a Lecore e contro il progetto di attingere acqua dal Bisenzio creando un invaso a nord di Vernio, destinato alla produzione di energia elettrica e soprattutto a dissetare la città di Firenze.

Insomma, Bisori aveva un'enorme passione per Prato: Passione che traspare anche dalla lettera che l’allora vescovo Pietro Fiordelli scrisse nel marzo 1972 (oggi custodita nell’Archivio di Stato) al senatore, quando quest’ultimo decise di lasciare la politica attiva. “Non posso dimenticare il suo vivo e genuino senso dello Stato, ma soprattutto l’attaccamento che ha avuto alla nostra cara città di Prato e la dedizione intelligente, appassionata, instancabile con cui ha operato in suo favore, per avviare a soluzione i suoi tanti problemi”.

Di Bisori ha un ricordo vivo suo nipote, l’avvocato Guido Giovannelli. “Il 22 maggio 1983 decedeva a Prato mio nonno, Guido Bisori. Qualche giorno dopo, in una piovosa giornata di maggio e in un Duomo gremito di pratesi, il Vescovo Mons. Fiordelli ne celebrava le esequie. Io avevo 14 anni. A me, che sono il primo dei suoi 8 nipoti e che porto il suo nome (il più giovane dei miei cugini ne porta, invero, anche il cognome), è chiesto un ricordo, a 40 anni dalla sua morte. La figura di Guido Bisori ha sempre illuminato la famiglia di mia mamma: lo contraddistinguevano l’autorevolezza e la serietà, che percepivamo anche noi, allora bambini.

Autorevolezza, non solo per gli incarichi pubblici ricoperti (Senatore della Democrazia Cristiana dal 1948 al 1972 e Sottosegretario al Ministero degli Interni per 10 anni), ma anche per la grande cultura giuridica, storica e letteraria e per le sue doti oratorie, da vero avvocato.

Serietà, per la meticolosità nel trattare ogni questione, per la capacità di ascolto, per la voglia di informarsi, per l’attenzione e l’amore verso lo studio, come antidoto alla superficialità nell’approccio ai problemi.

Avvocato e collega di studio in Firenze di uno dei padri fondatori del diritto amministrativo come il Prof. Federico Cammeo, a me lascia un’eredità gravosa e responsabilizzante. Uomo di fede, soprattutto: certo che le vicende umane non possono che trovare compimento nella volontà di Dio. Ci ha trasmesso l’amore per le montagne, dalle Alpi alle Apuane, quali banchi di prova nel cammino dell’uomo e segni tangibili della presenza di Dio.

Pratese, amò e servì sempre la sua città. Le parole che pronunciò nel discorso funebre che tenne per Curzio Malaparte nel 1957 potrebbero valere anche per lui: “Dal Cielo dove sarai accolto dall’Onnipotente ricordati ancora della tua città: prega per Prato”. Un grande uomo di un tempo che fu, come recita anche l’epitaffio che scrisse personalmente e che è riportato sulla sua tomba nella Cappella della Misericordia: “Scrupoloso, ricercò verità e giustizia, mai servo al suo tempo, sempre a Cristo”.