STEFANO DE BIASE
Cronaca

Gori scende dall’autobus: "Cap mi mancherai"

Dopo 24 anni al timone, va in pensione lo storico presidente della cooperativa di trasporto: "Fiero degli investimenti e delle assunzioni"

di Stefano De Biase

Giuseppe Gori non è più il presidente della Cap. Dopo 24 anni al timone della cooperativa di piazza del Duomo, Gori (67 anni il prossimo 18 ottobre) va in pensione. L’annuncio è arrivato sabato sera al Politeama durante l’assemblea a cui hanno partecipato i 304 soci lavoratori dell’azienda che gestisce il trasporto pubblico nella nostra provincia. Ieri, invece, l’avvicendamento ufficiale con il rinnovo del consiglio d’amministrazione, dal quale il 7 ottobre uscirà il nome del nuovo presidente. Gori è entrato a fare parte della Cap nel 1986 come responsabile del settore finanziario.

Dieci anni più tardi ne è diventato il presidente (in precedenza aveva fatto sei anni come membro del cda). La cooperativa nell’arco dei 24 anni di presidenza è passata da avere 250 soci lavoratori e 50 dipendenti nel 1996 agli attuali 304 soci lavoratori e 210 dipendenti (oltre a una trentina di addetti nelle altre società del gruppo). "In questi decenni ho visto crescere tantissimo la cooperativa", racconta Gori. "Negli anni ’90 ci occupavamo di trasporto pubblico, turismo e avevamo da poco comprato l’Hotel Raffaello a Firenze. Oggi lascio un’azienda che sta ultimando la riconversione della vecchia officina in un’operazione da oltre 100 appartamenti, più gli spazi per gli uffici e i negozi. Abbiamo un servizio di manutenzione mezzi con un fatturato da 1,5 milioni di euro, oltre a due officine a Firenze, una a Montecatini, una a Massa e una a Pisa. Cap Viaggi ha un fatturato di oltre 10 milioni l’anno, con un catalogo leader nelle prenotazioni in Toscana. E abbiamo sviluppato i chilometri di trasporto pubblico con le operazioni Ataf e Ctt". L’uscita di Gori dalla cooperativa sarà comunque progressiva. Resterà infatti presidente del consorzio Mobit, di Ctt Nord e di Cap Casa, oltre che consigliere di Ataf. "Un segnale che alla Cap si lavora in continuità – prosegue Gori – Abbiamo tanti giovani che sono stati inseriti nel corso degli anni e che ora rappresentano il management del futuro. Questo per noi è un orgoglio. Vado inoltre fiero degli investimenti fatti negli anni nonostante la situazione critica causata dalla gara regionale, e delle tante assunzioni portate avanti con determinazione e fiducia nel futuro". Fra le innovazioni portate avanti nel settore da Cap, Gori rivendica la lungimiranza della cooperativa nella scelta del sistema delle Lam.

"Un bellissimo progetto che poi è stato esportato anche in altre province della Toscana – dice il presidente uscente – Un’operazione che ha migliorato la qualità del servizio e accorciato i tempi di trasporto. Una scelta fondamentale, assieme a quella di avere sviluppato Cap anche al di fuori della provincia di Prato, trasformandola in un’azienda leader in Toscana". Il cruccio è invece legato alla gara regionale del tpl. "Avrei voluto chiudere questo nodo da tempo – conclude – Vedo comunque che ci sono segnali positivi in nostro favore. In tutti noi c’è la consapevolezza di stare effettuando tutti gli sforzi possibili per salvaguardare i 75 anni di storia della cooperativa. Al neo governatore Giani chiediamo di leggere bene le carte e di verificare la bontà dei nostri ricorsi e del nostro operato. Credo che sia necessaria una riflessione che possa portare almeno a un atto d’obbligo che ci assegni il servizio per un periodo più lungo, ponendo fine ai rinnovi mese dopo mese".

Poi l’ultimo messaggio a tutti i componenti dell’azienda. "Ai nostri soci dico questo: sono arrivato alla fermata, scendo e vedo il bus ripartire. Ma ne sono orgoglioso perché viaggia verso nuove sfide e conquiste. Ai giovani auguro di lavorare insieme per dare un futuro alla cooperativa". Questo il nuovo cda di Cap: Alberto Banci, Luca Chiti, Federico Toscano, Ivan Fiesoli, Fabrizio Messeri, Andrea Ballotti, Alessandro Nucci, Leonardo Sardi, Massimiliano Potentati, Simone Cini, Pietro Baggiani, Giuseppe Sartoni, Massimo Langianni.