Gli anziani sono sempre più poveri. ‘Si fanno aiutare, poi riportano i soldi’

San Vincenzo: +27% di pensionati. 'Solo uno su 200 esce dalla crisi'

Una coppia anziani (foto di repertorio)

Una coppia anziani (foto di repertorio)

Prato, 4 maggio 2017 - Anziani e padri separati che dopo il divorzio superano la soglia della povertà dalla quale è davvero difficile uscire. Pensionati che trovano il coraggio di rivolgersi alla parrocchia per chiedere un aiuto. Soldi per pagare le bollette che puntualmente, una volta riscossa la pensione, tornano a restituire. Lo dicono i dati pubblicati dalla San Vincenzo de Paoli che nel 2016 ha assistito 1200 famiglie per un totale di 4200 persone (+9% rispetto al 2015). A balzare agli occhi sono due gli elementi: gli anziani costretti a chiedere aiuto, che in un solo anno sono aumentati del 27% e i padri separati che sfiorano quota 165. Numeri in crescita fotografano una città stretta nella morsa della crisi che sta mettendo in difficoltà sempre più famiglie costrette a rivolgersi alla San Vincenzo per pagare le bollette di casa, per fare la spesa e per vestirsi. Situazioni difficili dalla quale sono lo 0,5% (quest’anno sono stati 20 i casi) riesce ad uscire. «Quando si supera la soglia della povertà è complicato venirne fuori. Purtroppo l’analisi dei numeri ci conferma questo.

Le famiglie che assistiamo sono sempre di più e soltanto pochissime riescono a ritrovare le capacità economiche sufficienti per poter vivere senza aiuti», dice il presidente della San Vincenzo de Paoli, Andrea Gori. La San Vincenzo è composta da 19 conferenze ospitate in altrettante parrocchie, oltre al centro di ascolto che si trova in via del Carmine. All’aumento della richiesta di aiuto non va di pari passo quello dei beni alimentari e dei soldi a disposizione: «La disponibilità di viveri ottenuti gratuitamente e ridistribuiti è scesa a 66 tonnellate dalle 68 del 2015. Il calo è dovuto a minori conferimenti dal banco alimentare e dalla riduzione delle donazioni dalla grande distribuzione che mette in vendita ad ‘offerta speciale’, i prodotti vicini alla scadenza, precedentemente destinati alle donazioni», conferma Gori.

I numeri non fanno ben sperare: accanto ad una diminuzione della disponibilità di prodotti alimentari da donare c’è un aumento costante delle persone che si rivolgono alle parrocchie per chiedere da mangiare (+49% rispetto al 2015). Aumentano i beni diversi dagli alimentari come indumenti e mobili per una stima di circa 58mila euro (+30%). Resta alta la percentuale di immigrati in disagio economico che rappresentano il 56%. «PURTROPPO è sempre numerose le situazioni di famiglie, specialmente di immigrati, in miseria apparentemente irreversibile e con scarse o nulle attitudini lavorative. Ci si dovrà domandare come si possa farsene carico indefinitamente. La nostra attività riesce ad andare avanti grazie al prezioso contributo dei volontari arrivati a quota 168 grazie all’ingresso di 27 nuovi confratelli», spiega Gori. Prato non esce dalla crisi: per avere la misura di come la situazione relativa alla povertà delle famiglie sia evoluta basta pensare che nel 2000 le famiglie assistite dalla San Vincenzo de Paoli erano circa 130. Oggi nel 2017 sono 1200, in costante aumento. Silvia Bini