Giro di fatture false per 10 milioni: chiuse dieci ditte fantasma

Una delle società cartiere aveva sede a Prato. Accertamenti anche . nel settore della ristorazione

Società create ad hoc per essere utilizzate in un giro di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti, del valore di 10 milioni di euro. È quanto ha scoperto la guardia di finanza di Lucca a proposito di alcune aziende attive nella commercializzazione di pallet (i pancali destinati soprattutto alle aziende della zona) con sede oltre che a Prato anche nelle province di Pisa e Firenze. I militari hanno accertato anche il coinvolgimento di un’azienda della Piana di Lucca che avrebbe beneficiato dei soldi ottenuti dal giro di fatture false. Per altri soggetti economici, che operano in diversi settori merceologici (come compravendita di beni immobili o ristorazione con somministrazione, con sede a Lucca, Capannori e Camaiore), è stata rilevata l’inesistenza della sede operativa. In totale la guardia di finanza ha chiesto agli uffici dell’Agenzia delle Entrate di chiudere dieci partite Iva intestate ad altrettanti soggetti giuridici risultati inattivi. L’operazione è scattata dopo che la guardia di finanza di Lucca, negli ultimi mesi, ha intensificato l’azione di prevenzione e contrasto dell’uso illecito di partite Iva riconducibili a imprese fantasma, grazie a un piano di interventi che ha portato a richiedere all’Agenzia delle Entrate la chiusura dei dieci soggetti giuridici risultati inattiviinesistenti. Uno di questi aveva sede a Prato.

Non è una pratica nuova in città quella di creare società fantasma in modo da far sparire soldi attraverso il giro delle fatture false. Un modus operandi illecito scoperto più volte anche dalla Procura di Prato che ha chiuso diverse indagini arrivando a colpire i reali soggetti che si trovavano dietro al circolo delle società cosiddette ’cartiere’. "L’operazione, sviluppata facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria – spiegano gli investigatori –, testimonia la costante azione della guardia di finanza finalizzata non solo alla repressione ma anche alla prevenzione dei fenomeni di “ditte apri e chiudi”, imprese - spesso intestate a “teste di legno” - il cui utilizzo è di solito strumentale anche al riciclaggio e al trasferimento all’estero di proventi illeciti". Nell’operazione sono stati colpiti altri soggetti economici, operanti in diversi settori , che avevano richiesto l’apertura di una nuova partita Iva. Dai sopralluoghi effettuati e da ulteriori accertamenti, sono emerse l’inesistenza della sede operativa dichiarata e l’irreperibilità del legale rappresentante.