REDAZIONE PRATO

Gionfrida al Met. Prima nazionale per Scaldati

La regista pratese porta in scena S’illumina la notte Da oggi a domenica l’omaggio all’artista siciliano.

Gionfrida al Met. Prima nazionale per Scaldati

In prima nazionale, da stasera a domenica al Metastasio debutta Si illumina la notte, una drammaturgia originale della dramaturga e regista pratese d’adozione Livia Gionfrida sviluppata nell’ambito di un progetto di ricerca intorno l’opera di Franco Scaldati e prodotta dal Met con Teatro Metropopolare (feriali 20.45, sabato 19.30, domenica 16.30). Si tratta del terzo tassello di una trilogia dedicata all’artista siciliano – dopo Pinocchio prodotto nel 2020 dal Teatro Stabile di Catania, e Inedito scaldati prodotto nel 2022 da Teatro Biondo di Palermo –, un percorso di teatro civile che mira a fare della poesia resistenza, armacontro l’abbrutimento delle coscienze: "La parola - sottolinea Gionfrida - è stata lentamente svuotata di significato e gli esseri umani ne hanno perso il valore. Così facendo hanno perso sé stessi e rotto il patto d’amore tra gli esseri umani, ma anche con le altre creature e con il loro stesso habitat naturale che stanno distruggendo ciecamente. Il teatro oggi più che mai, nell’incontro poetico tra umani, nel recupero e nella scoperta rinnovata della parola e dei suoi poteri, può curare e dare un nuovo e più profondo senso alla nostra vita". Si illumina la notte si ispira alla traduzione fatta da Scaldati de La Tempesta di Shakespeare e si intreccia ad alcuni frammenti originali e altri tratti dalla prima produzione dell’autore palermitano, la cui opera resta sempre in bilico tra sogno e realtà, senza rinunciare mai al gioco e all’ironia. L’atmosfera è quella post-apocalittica in cui il tragico si fa continuamente comico, in un ribaltamento continuo che diventa gioco scenico e si rivolge talvolta in modo diretto allo spettatore.

E proprio da una terribile tempesta sembrano giungere i personaggi di questo spettacolo, sopravvissuti a chissà quale disastro climatico, morale, bellico. Sono figure sospese tra immaginazione e realtà, vita e morte, venute fuori dalle macerie di una umanità in declino, da una buia Apocalisse in cui tutte le parole sembrano scomparse e occorre ritrovarne memoria e ridefinire il senso di ogni cosa. Il buio, dice Scaldati "è quella zona dove tutto si macera e poi si ricompone". Si illumina la notte è un piccolo viaggio catartico che suggerisce la possibilità di un mondo nuovo oltre la distruzione.