
Dolore e silenzio. Per il Cai di Prato, una grande ‘famiglia’ unita dalla passione per la montagna, con le sue creste e cieli vicini, la perdita di Gabriele Nistri, scomparso giovedì a 55 anni sul monte Giovo, nel modenese, è una ferita improvvisa. Non c’è voglia di parlare. Qualcuno ha perso il compagno di scalata e di escursioni, tutti hanno perso un amico. Gabriele era un atleta, viveva di sport e natura, oltre a gestire un negozio di abiti usati e vintage, il ‘Monteferrato abbigliamento’. Lascia una moglie e due figlie.
Il destino ha voluto che Gabriele morisse mentre stava facendo quello che amava fare: scalare, arrampicarsi. In una sfida continua di sport e bellezza. Gabriele era uno sportivo, grande appassionato di triathlon, sport duro per fisici allenati e controllati. "Si vedeva che era un alpinista preparato, anche dall’attrezzatura che usava", hanno riferito i due uomini del Soccorso alpino che hanno tentato in tutti i modi di aiutare Nistri. La tragedia è avvenuta davanti ai loro occhi e a quelli della compagna di cordata.
I due uomini del Soccorso alpino hanno incontrato la coppia all’attacco della parete nel canale centrale del monte Giovo. Si tratta di una scalata impegnativa, ma non tra le più difficili: la pendenza è di 60-70 gradi e il dislivello di circa 400 metri. Picozza, corde e via, su a salire, passo dopo passo. I quattro hanno proceduto assieme per un po’, poi gli uomini del Soccorso Alpino li hanno superati e salutati. Si dovevano ritrovare in cima. "Ci vediamo su". Vedendo invece che Nistri e la compagna di cordata non arrivavano sono tornati indietro. "Ha detto che non si sentiva bene, di aiutarlo", spiegano dal Soccorso Alpino. E così è stato. I due hanno prontamente aiutato la coppia in difficoltà a raggiungere la vetta, che non era troppo lontana. Ma una volta su non c’è stato nulla da fare. Nistri si è accasciato a terra. I due operatori del Soccorso alpino avvertono immediatamente la Centrale Operativa del 118 e nel frattempo iniziano la rianimazione cardiopolmonare nel tentativo di rianimare il 55enne pratese. Sul posto sono giunti il Soccorso Alpino con la squadra di Pievepelago e il medico, e anche il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza dell’Abetone con 10 operatori. L’elicottero purtroppo non ha potuto operare a causa delle condizione meteo avverse: c’erano nuvole molto basse, era pericoloso. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare: Nistri è morto davanti alla compagna di cordata. Appena il pm ha dato l’autorizzazione, la salma è stata trasportata a valle, con tecniche alpinistiche, fino al parcheggio del Lago Santo, davanti al rifugio Vittoria, che si trova a 1500 metri di altezza. Da lì la salma sarebbe stata quindi portata alla medicina legale di Modena, a disposizione dell’autorità giudiziaria e solo in seguito consegnata della famiglia.
Sarà ora l’eventuale autopsia a chiarire le cause del malore. Grande appassionato di sport, chi lo conosce lo ricorda come una persona gentile e riservata. Tra i suoi amici c’era Piero Sambrotta, grande sportivo morto sempre a causa di una malore nel luglio dello scorso anno a quasi 64 anni. Li univa la grande passione per il triathlon e assieme spesso si concedevano qualche pausa da ‘Uscio e bottega’. Era un appuntamento quasi fisso. Tra le ‘imprese’ di Gabriele la la ‘Ccc-Courmayeur-Champex-Chamonix’, nel 2014, una corsa che ricalca in gran parte il sentiero internazionale del Giro del Monte Bianco e che comporta numero si passaggi in altitudine (sopra i 2.500 metri).
Maristella Carbonin