Fragili, cure intermedie inaccessibili Così il pronto soccorso si riempie

I medici di base non possono richiedere ricoveri da casa, se non passando attraverso l’ospedale

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L’assistenza domiciliare infermieristica e l’assistenza domiciliare programmata sono ancora appannaggio, sebbene non esclusivo, dei medici di famiglia. E se con questi servizi si riescono a gestire a casa pazienti fragili, sia per motivi di età che per motivi di patologie croniche terminali, non sempre si riesce a trovare una soluzione sul territorio. Ultima spiaggia rimane il pronto soccorso dell’ospedale che, come lamentato dalla Fp Cgil, risulta intasato da un boom di accessi di fragili. Nei giorni scorsi, come riferito dal sindacato al Santo Stefano (medesima situazione registrata al Torregalli e ad Empoli) di fragili in attesa di un posto letto ce ne erano ben 39.

Ma c’è da dire che con l’emergenza Covid dal pronto soccorso passano anche quei pazienti fragili che avrebbero necessità soltanto di un’assistenza sanitaria di cure intermedie. Un tempo alla palazzina Ovest del Misericordia e Dolce i medici di famiglia avevano a disposizione 12 letti per i propri pazienti da inviare dal domicilio (in entrata) insieme agli altri posti per quelli che erano in uscita (in dimissioni difficili) dal nosocomio.

Il bisogno di letti durante la pandemia ha fatto sì che tale disponibilità sia stata sospesa e che i dottori di base adesso abbiano pochi strumenti a disposizione. "Per quanto riguarda l’assistenza infermieristica e programmata non riscontriamo particolari difficoltà con l’attivazione - spiega Alessandro Benelli, presidente Fimmg - Purtroppo con l’esplosione del Covid i posti di cure intermedie affidati alla medicina generale sono stati inglobati nell’emergenza ed il servizio sospeso. Ora si sta riprendendo in mano la questione". Unica strada, dunque, resta quella del pronto soccorso e dell’ospedale da dove gli anziani ed i fragili possono poi essere inviati con la postilla delle dimissioni difficili alle cure intermedie rimaste.

Una questione burocratica che va ad intasare il pronto soccorso in sofferenza per carenza di personale e le fughe dei medici. E anche se la Regione ha annunciato l’assunzione di 60 nuovi medici grazie al concorso estivo, poi emerge che la maggior parte dei professionisti è già in servizio e attende la stabilizzazione. "Riguardo ai letti di cure intermedie a gestione dei medici di base - prosegue Benelli - se ne sta riparlando in vista dell’attivazione di tale servizio nell’ospedale di comunità al Pegaso". I tempi non sono immediati, la struttura potrà essere allestita ma come sempre sarà indispensabile reperire personale affinché non resti una cattedrale vuota ed il territorio si trovi a confrontarsi con le solite ormai note carenze. "Anni fa si era pensato ad una serie di percorsi diagnostici per certe cronicità - ricorda Benelli - per evitare che tutti gli utenti convogliassero al pronto soccorso: purtroppo mancano strumenti e personale".

Sara Bessi