REDAZIONE PRATO

Forno crematorio: dopo vent’anni arriva l’ipotesi della Misericordia

Convocata l’assemblea per sondare il parere degli iscritti. La sede ipotizzata è in via Galcianese. Il 57% dei defunti viene cremato: un impianto, atteso e bloccato da tempo, è ormai indispensabile

C’erano ancora le lire quando in città venne presentato il primo progetto di forno crematorio. Correva l’anno 2001, sarebbe costato circa tre miliardi, avrebbe dovuto essere realizzato dal Comune entro il 2004 accanto al cimitero di Chiesanuova, su una superficie di mille metri quadri, a due piani, per dare risposta alle necessità di 170 persone che l’anno prima avevano deciso di farsi cremare. Vent’anni dopo del tempio crematorio non c’è nemmeno l’ombra, anzi da qualche anno si era completamente smesso di parlare di realizzare la struttura, di fronte alla resa della stessa politica, intrappolata fra petizioni dei comitati, interessi contrapposti e vincoli urbanistici (l’ultimo progetto fallito ne ipotizzava la collocazione al Macrolotto Due). Eppure il numero dei pratesi che nel frattempo hanno deciso di farsi cremare è aumentato esponenzialmente: dalle 170 persone del 2000, siamo passati alle 1544 cremazioni del 2021, cioè il 57% del totale dei defunti dell’anno passato. Di fronte a un dibattito ormai appiattito, ieri, all’improvviso, c’è stata una mossa a sorpresa della Misericordia che ha ipotizzato di poter procedere con uno studio di fattibilità per realizzare privatamente il tempio crematorio all’interno del cimitero di via Galcianese. Il progetto è embrionale, prima di procedere servirà il via libera dell’assemblea ordinaria dell’arciconfraternita, ma intanto un segnale alla città viene lanciato.

E l’idea assume ancora più valore perché si sposta l’attenzione da Chiesanuova, dove il comitato di zona ha contestato per anni il forno crematorio (bloccando le idee e i progetti avanzati dagli ex assessori Caverni e Alessi, quindi giunte Cenni e Biffoni primo mandato), per immaginare la struttura in via Galcianese. Ma perché la Misericordia pensa al tempio crematorio, tra l’altro un progetto da sempre caro alla Pubblica Assistenza, che tramite la Socrem ne ha perorato a lungo la causa? Le motivazioni sono due: una numerica, l’altra organizzativa. Nel 2021 su 1641 funerali presi in carico dall’arciconfraternita di Prato, ben 897 sono stati caratterizzati dalla scelta del defunto di farsi cremare. Mancando in città un tempio crematorio, i servizi funebri della Misericordia sono stati costretti a rivolgersi ai forni di Ponte a Ema e di Trespiano a Firenze. E come diretta conseguenza i tempi del servizio si sono dilatati. Certo, non si parla più di due o tre settimane come accadeva fino a qualche anno fa, ma comunque i tempi per l’accesso al servizio possono arrivare fino a quattro giorni, e la Misericordia, pur essendo dotata di una stanza per l’attesa della cremazione debitamente attrezzata, è consapevole del disagio che questa situazione può arrecare ai familiari dei defunti. Da qui la decisione di sottoporre agli iscritti la possibilità di realizzare un impianto per la cremazione. L’ordine del giorno sarà discusso mercoledì 22 giugno alle 21, nella sede operativa di via Galcianese. In caso di voto favorevole, si andrà avanti con lo studio di fattibilità. In caso contrario il progetto resterà solo un’idea. "La nostra volontà è quella di interrogarci per capire se realizzare o meno un impianto per la cremazione – precisa il proposto della Misericordia di Prato Gianluca Mannelli –. L’Arciconfraternita al suo interno si pone questa domanda consapevole di tutte le implicazioni, sia di quelle di ordine legale che di tipo morale, che vanno considerate riguardo alla realizzazione di un progetto del genere. Il confronto interno sarà utile per capire quale strada vorrà intraprendere la fratellanza".

Di questa possibilità la Misericordia ne ha informato la Curia diocesana (la cremazione da tempo è fonte di dibattito nel mondo ecclesiale) e il Comune che dovrà concedere tutti gli iter autorizzativi. La giunta Biffoni, soprattutto durante il primo mandato con l’assessore Filippo Alessi, aveva a lungo spinto per trovare un modo per realizzare a Prato un tempio crematorio. Adesso con la sponda dei privati e l’addio all’ipotesi Chiesanuova, forse la costruzione della struttura potrebbe diventare molto meno complicata.

Stefano De Biase