"Finalmente il Pass per disabili in ospedale"

L’esperienza di una lettrice e di sua figlia che aveva bisogno di una visita specialistica. "Personale gentile e ben preparato"

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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera da parte di un lettrice.

"Spettabile La Nazione, scrivo per mettere a conoscenza voi e i vostri lettori di una situazione di buona sanità di cui io e mia figlia siamo state testimoni. Sono la mamma di una ragazza disabile, sia a livello motorio che intellettivo. Non sto a descrivere quanti problemi dobbiamo affrontare ogni giorno, problemi che diventano montagne insuperabili quando si tratta di avere a che fare con le questioni di salute, con visite ed esami.

Da questa estate è stato attivato finalmente il sistema "Pass" – che nelle altre province toscane già esisteva – anche all’ospedale Santo Stefano di Prato.

Il Pass è una procedura adottata per "bisogni speciali", ovvero quando il paziente è difficilmente gestibile, vuoi per problemi motori vuoi perché poco collaborante, e quindi per i disabili.

Finalmente ho potuto avere per mia figlia la visita ginecologica, necessaria ma che rimandavo da tempo per tutte le difficoltà del caso e altri accertamenti prescritti dal medico di famiglia. E’ stato infatti il mio medico a contattare il servizio Pass (sono i medici di famiglia a indirizzare le famiglie in questo percorso) e poi sono stata contattata da una delle facilitatrici che ha fatto una scheda con tutte le problematiche di mia figlia.

Il giorno della visita, con orario concordato mediando fra le nostre esigenze e quelle dell’ospedale, ho trovato le facilitatrici ad attenderci all’ingresso. Ci hanno accompagnato in tutto il percorso, aiutandoci e personalizzando l’iter in base alle criticità del momento.

Ho trovato all’ospedale di Prato, nel personale appositamente scelto per questi percorsi, fra medici ed infermieri, umanità, empatia e grande professionalità.

Ringrazio quindi la direzione sanitaria del Santo Stefano di Prato che ha dimostrato con questo importante traguardo di avere una grande sensibilità nei confronti dei più fragili: un’eccellente applicazione dei principi delle pari opportunità e del diritto alla salute, che nel 2022 si dovrebbero dare per scontati mentre in realtà, soprattutto per chi vive quotidianamente la disabilità, non lo sono affatto.

Daniela Luchetti