REDAZIONE PRATO

Esofagiti eosinofile, la cura. Ambulatorio in prima linea

Ricerca, diagnosi e terapia secondo un modello multidisciplinare nel reparto di Allergologia, diretto dal dottor Farsi. Un centinaio di pazienti da tutta l’Asl.

Il dottor. Farsi e parte della sua equipe

Il dottor. Farsi e parte della sua equipe

All’ambulatorio attivo in Allergologia e dedicato alla cura dell’esofagite eosinofila fanno capo un centinaio di pazienti, provenienti dall’Asl Toscana centro e dall’area Sud Est. Prato con il suo ambulatorio all’interno di Allergologia e Immunologia (Prato-Pistoia) diretta dal dottor Alessandro Farsi, sta diventando il punto di riferimento per una patologia che richiede un approccio multidisciplinare e intorno alla quale il primario e la sua equipe, in particolare la dottoressa Laura Franceschini che coordina le attività legate alle esofagiti, stanno investendo in ricerca scientifica. "Allergologi e gastroenterologi lavorano in collaborazione su questa patologia – spiega Farsi – E’ una malattia che interessa l’esofago e che condivide lo stesso tipo di infiammazione con patologie allergiche come dermatite atipica, asma bronchiale, rinite allergica, allergia alimentare e rinosinusite cronica con poliposi nasale".

Chi colpisce di più l’esofagite eosinofila? Interessa sia l’età pediatrica che giovanile, nella terza e quarta decade di vita, specie nei maschi, ma si può intercettare anche in pazienti di 70- 80. Quali i sintomi? "Tra i sintomi c’è la disfagia per i solidi, difficoltà a deglutire il bolo impattato, che i pazienti cercano di ovviare mettendo in atto strategie adattive, come bere tanta acqua ai pasti, frammentazione minuziosa del cibo, masticazione prolungata e allungamento della durata dei pasti – osserva Franceschini – Il tutto comporta pesanti ricadute sociali, come evitare certi cibi o ridurre la vita sociale. Nei bambini, per esempio, c’è vomito e rifiuto di certi cibi, comportando una crescita non regolare". Come fare per scoprire se si soffre di esofagite eosinofila? "A fronte della disfagia, è necessario procedere con la gastroscopia e con il riscontro di un’eventuale infiltrazioni eosinofilia grazie a diverse biopsie (almeno 6) nei vari tratti di esofago", dice Franceschini. Tutto questo percorso si può intraprendere nell’ambulatorio pratese. "E’ importante intervenire il prima possibile per evitare il rischio che il viscere diventi sempre più rigido e stretto", raccomandano i medici.

La terapia, la cui efficacia viene monitorata dopo 2-3 mesi, si basa sul ricorso a farmaco cortisonico in soluzioni viscose o a farmaci usati per il reflusso inibitori di pompa. "Da novembre 2024 si fa ricorso ad un terapia biologica con anticorpo monoclonale già usato in altre patologie, dermatite atopica, asma e rinosinusite cronica per poliposi nasale. Da allora è prescrivibile e ha la rimborsabilità – conclude Farsi –. Il ruolo allergologo è importante perché la stragrande maggioranza delle esofagiti condividono una delle allergie sopra indicate in contemporanea". Tante le ricerche e gli studi pubblicati su riviste prestigiose a livello mondiale: "Siamo capofila di un gruppo di studio nazionale e Farsi è il principale investigator – conclude Franceschini – Si raccolgono dati in un database". Dell’equipe di Allergologia fanno parte Linda Di Pietro, Valentina Mecheri, Francesca Chiarini, Giulia Carli, Francesco Tinghi.

Sara Bessi