Un appuntamento per la visita cardiologica a luglio 2024, un altro a settembre. Uno con richiesta programmabile, tempo massimo d’attesa previsto quattro mesi, un altro con richiesta differibile, da garantire, in teoria, in quindici giorni. I casi di esami impossibili si moltiplicano in città e questo accade a pochi giorni dal traguardo dei dieci anni dell’ospedale Santo Stefano. Di sorrisi giovedì ce ne saranno pochi. Tra personale che manca, liste d’attesa infinite, pochi posti letto e pronto soccorso intasato anche perché non ci sono strutture territoriali, mai realizzate come invece prevedeva la strategia dell’intensità di cura, a 10 anni dal 2013 l’unica certezza è che la sanità appare la grande malata.
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