
Ci sono sei indagati per la morte di Gianni Gesualdi, elettricista di 49 anni, originario di Montemurlo, folgorato mentre stava lavorando a un quadro elettrico nel ristorante "Tortellove" di via Tinaia 41 martedì scorso. La Procura ha recapitato gli avvisi di garanzia ai quattro legali rappresentanti della "Novelli" snc di Montale, Angelo, Alberto, Linda e Anna Novelli (assistiti dall’avvocato Eva Betti), di cui Gesualdi era dipendente da una vita, alla proprietaria dell’immobile (committente del lavoro), Maria Alessandra Bernocchi, assistita da Oriana Ottanelli, e al geometra responsabile dei lavori, Filippo Braschi, assistito da Mauro Cini. Si tratta di un atto di garanzia in quanto domani mattina sarà svolta l’autopsia sul corpo dell’elettricista. Un esame irripetibile a cui tutte le parti in causa hanno diritto di partecipare con i propri consulenti. La famiglia di Gesualdi ha nominato un legale, Stefano Belli, per seguire le varie fasi delle indagini. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’autopsia è un passaggio fondamentale per capire le cause del decesso dell’artigiano. E’ stata davvero la scarica partita dal quadro elettrico a folgorarlo, oppure la vittima ha accusato un malore? Quel che è certo è che il salvavita non è entrato in funzione. Il perché non abbia funzionato lo dovranno spiegare i tecnici del dipartimento di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Asl che stanno seguendo le indagini. Intanto emergono nuovi particolari sull’incidente costato la vita all’elettricista. Secondo quanto appurato, Gesualdi si era recato nel ristorante insieme a un collega per rimuovere il quadro elettrico. La proprietaria dell’immobile aveva commissionato i lavori per la messa a norma della canna fumaria del ristorante. Un intervento che da contratto doveva eseguire la proprietà del fondo. Per questi lavori, però, era necessario sostituire il quadro elettrico. Quello che è accaduto poi è tutto da verificare. E’ certo che Gesualdi stava lavorando senza i guanti di protezione. Un particolare fondamentale: forse i gaunti avrebbero attutito la forza della scarica elettrica che lo ha folgorato. Secondo quanto riferito, il giorno precedente l’uomo avrebbe accusato malessere tanto che il collega lo ha accompagnato nel ristorante. E’ possibile che abbia avuto un malore ma a stabilirlo sarà l’autopsia.
Quello che è certo è che la corrente non era stata staccata. I tecnici del dipartimento intervenuti subito dopo l’incidente mortale, hanno trovato il quadro elettrico in tensione. Quello che sarà necessario accertare è se quel tipo di intervento poteva essere eseguito anche senza togliere la corrente oppure no. E poi resta il mistero sul salvavita che non è entrato in funzione: era rotto o difettoso? Intanto i titolari del ristorante – che non sono indagati – si sono rivolti a un legale per chiedere al più presto il dissequestro del quadro elettrico e poter ripartire con l’attività.
Laura Natoli