Edifici dismessi: tanti vincoli e pochi parcheggi

Italia Viva critica i vincoli del nuovo Piano strutturale di Prato che limitano la costruzione di parcheggi in 80 complessi industriali, ostacolando la riqualificazione e favorendo il degrado urbano.

Troppi vincoli e pochi parcheggi. Italia Viva condanna i limiti inseriti nel nuovo Piano strutturale che limitano la possibilità di costruire parcheggi in ben 80 complessi industriali, la gran parte dei quali dismessi. Dare la possibilità di riqualificare senza poter costruire parcheggi a sufficienza di fatto scoraggia quanti vorrebbero investire negli immobili, lasciando di fatto ruderi in città. Ottanta complessi sono un numero elevato che rischia di mettere in discussione la riqualificazione di numerose zone della città.

"La drastica riduzione della quantità di parcheggi che sarà consentita nella realizzazione di medie strutture di vendita all’interno di quei complessi immobiliari vincolati rappresenta, in primis, una contraddizione di ogni principio urbanistico che dovrebbe misurare il carico urbanistico di ogni previsione e, conseguentemente, compensarlo con la realizzazione di standard, tra cui, appunto, i parcheggi - interviene Italia Viva -. Contrari all’inserimento di tali vincoli su un numero così elevato di complessi immobiliari, si tratta di circa 80 strutture produttive, in parte dismesse, è determinata da un fatto concreto: ossia che tali vincoli rendono antieconomica la ristrutturazione di questi edifici. Nel tempo questo favorisce uno stato di degrado, con le conseguenze che ben conosciamo in termini di architettura e sicurezza". E ancora: "Questa nuova norma - aggiunge il partito di Renzi - sembra che vada a porre rimedio, almeno in parte, all’antieconomicità che detti vincoli determinano nella ristrutturazione di tali edifici, ma non è così. Infatti, la mancanza di parcheggi determina un disinteresse degli operatori a realizzare l’investimento poiché, senza parcheggi, le attività commerciali non hanno mai funzionato. Sarebbe stato necessario un vero confronto su tali argomenti, ma si è preferito procedere con slogan piuttosto che guardare la realtà della città e non come la si sogna".