REDAZIONE PRATO

È polemica sulla gestione dell’acqua Sindaci divisi sul futuro del servizio

La concessione di Publiacqua scade a fine 2024, quando dovrà subentrare un nuovo soggetto. I primi cittadini dell’area metropolitana spaccati: in 10 vogliono un controllo totalmente pubblico.

È polemica sulla gestione dell’acqua Sindaci divisi sul futuro del servizio

Ormai i sindaci dell’area metropolitana quando si tratta di servizi pubblici non perdono occasione per spaccarsi. E poco importa se la maggior parte di loro è espressione del medesimo partito: il Pd. L’ultimo scontro è andato in scena in sede di conferenza dell’Autorità Idrica Toscana, dove c’era da decidere il futuro della gestione del servizio idrico. La concessione di Publiacqua, dopo la proroga triennale, scade il 31 dicembre 2024. Da quel momento dovrà subentrare un nuovo soggetto. E qui c’è stata la netta spaccatura fra sindaci. Da un lato c’è stata la posizione maggioritaria: quella di replicare la nascita di un soggetto pubblico privato (ma stavolta col pubblico ad avere più quote societarie e quindi più controllo rispetto a quanto accaduto con Acea in Publiacqua). Una nuova società che a sua volta confluirà all’interno della Multiutility Toscana dei servizi pubblici, come d’altronde già oggi accaduto con Acqua Toscana. Dall’altro il fronte di dieci sindaci che hanno chiesto la piena applicazione del referendum sull’acqua pubblica, votando per un affidamento in house, cioè con una gestione completamente pubblica del servizio idrico. Bocciata da tutti la terza soluzione: una gara europea con procedura aperta. L’esempio della gara del tpl, d’altronde, ha lasciato tutti scossi (con una battaglia legale che ha fermato per un decennio il potenziamento delle linee dei bus in tutta la Toscana) e quindi nessuno ha votato per questa ipotesi.

Cosa succede quindi adesso? L’indirizzo politico è stato dato e il lavoro dell’Autorità Idrica Toscana andrà nella direzione di predisporre la nascita di questa nuova società. Resta però la spaccatura interna ai sindaci. Fra i dieci primi cittadini del no alla soluzione pubblico privato per la gestione del servizio idrico ce n’erano anche tre pratesi: Guglielmo Bongiorno di Cantagallo, Simone Calamai di Montemurlo ed Edoardo Prestanti di Carmignano (assente Vaiano alla votazione, Poggio a Caiano si è astenuto, Prato e Vernio hanno votato a favore). "La decisione in sede Ait di andare verso una gestione mista pubblico-privato del servizio idrico rimette in discussione gli impegni che le nostre amministrazioni comunali si erano prese a partire dal 2018 e cancella ogni possibile ripubblicizzazione del servizio sul nostro territorio – accusano alcuni sindaci del no –. Si sceglie con immotivata ostinazione di proseguire su una strada sbagliata senza ascoltare le comunità e le organizzazioni sociali". Sdb