Si chiude il caso della Castellina: “Don Spagnesi deve restituire i soldi”

La sentenza definitiva in sede civile parla chiaro: l’ex parroco dovrà rifondere la comunità con 123.180 euro. La vicenda giudiziaria si era conclusa nel dicembre 2021 con patteggiamento a 3 anni e 8 mesi

Francesco Spagnesi, l’ex parroco dell’Annunciazione alla Castellina

Francesco Spagnesi, l’ex parroco dell’Annunciazione alla Castellina

Prato, 18 aprile 2024 – Il giudice della causa civile, intentata dalla parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina, alla fine si è espresso: Francesco Spagnesi (difeso dall’avvocato Paola Fedi), ormai ex parroco di quella comunità e dimesso nell’ottobre 2023 da papa Francesco dallo stato di sacerdote, dovrà restituire quanto sottratto indebitamente dalle casse parrocchiali negli anni 2020 e 2021. Quei soldi furono usati dall’ex parroco per altri scopi, come acquistare droga e per festini.

Il giudice Elena Moretti ha condannato Spagnesi con la sentenza del 16 gennaio, ora passata in giudicato, a restituire alla parrocchia defraudata della somma complessiva di 123.180 euro, "quale sommatoria degli importi riportati nei bilanci consuntivi per le annualità 2020 e 2021 sotto la voce ’ammanchi non giustificati dal parroco’". La parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina, muovendo causa all’ex religioso 42enne ha manifestato l’intenzione di riavere indietro i circa 180.000 euro fatti sparire in un arco temporale di poco più di un anno dai conti della parrocchia per acquistare droga. Il giudice ha stabilito che, trattandosi di debito di valore, saranno applicate rivalutazione ed interessi sulla somma di oltre 77mila euro dal 31 dicembre 2020 alla data della sentenza e sulla somma di 50.600 euro dal 31 dicembre 2021 fino alla data della sentenza. Spagnesi è stato condannato a rifondere la parrocchia delle competenze di lite in complessivi 6.536,50 euro. Il giudice ha deciso per l’accoglimento dell’istanza presentata dalla parrocchia, rappresentata dall’avvocato Marco Antonio Vallini. Secondo il tribunale, l’ex sacerdote ha messo "in essere una serie ininterrotta di condotte prive di qualsiasi legittimità onde coprire il proprio operato".

La vicenda giudiziaria dell’ex parroco – fu fermato con il suo compagno nell’auto in cui fu trovato un quantitativo di ghb, la droga dello stupro e in seguito accusato di aver usato i soldi delle offerte dei parrocchiani per acquistare droga e per organizzare festini hard riservati a uomini adulti – si è conclusa nel dicembre 2021 col patteggiamento a 3 anni e 8 mesi e l’impegno a fare un percorso di disintossicazione, poi effettuato dall’ex sacerdote che ha ripreso gli studi di medicina all’Università di Firenze.