
Enrico Befani e Cosimo Ridolfi
La "prima" si è svolta il mese scorso, in un Garibaldi gremito. E tra qualche giorno, sarà tempo della seconda proiezione (ad ingresso gratuito, sino ad esaurimento posti): "Enrico Befani - Il re degli stracci", sarà proiettato lunedì alle 21 al Museo del Tessuto. Si tratta del docufilm realizzato da Tommaso Santi su idea di Sandro Ciardi, che si pone l’obiettivo di ricordare e recuperare la figura di uno dei più grandi imprenditori pratesi di sempre, capace di cimentarsi anche nel mondo del calcio e di arrivare ai vertici. Nato a Prato nel 1910, Befani è stato fra gli innovatori del settore tessile: la sua fabbrica sorgeva in via Valentini ed era fra le prime a riunire l’intero processo produttivo in un unico stabilimento. Ma il suo nome è legato indissolubilmente anche alla Fiorentina, della quale divenne presidente nel 1951. Sotto la sua presidenza, fino al 1961, la squadra gigliata vinse uno Scudetto (nel 1955/56) ed una Coppa delle Coppe, centrando il secondo posto in quattro occasioni nella Serie A degli anni ‘50. Nel documentario di trentanove minuti, c’è anche la testimonianza di Gabriella Befani, figlia di Enrico oggi ultranovantenne. Al regista, la donna ha raccontato aneddoti sulla propria famiglia, anche considerando che il padre è venuto a mancare nel 1968 (quando si era ritirato dal calcio e si interessava esclusivamente della propria attività) a soli 58 anni. "La prima proiezione è andata bene. C’è curiosità, perché per una serie di circostanze avverse la figura di Befani era finita quasi nell’oblio. Nel 2020 il consiglio comunale approvò una mozione che proponeva di intitolargli una piazza o una via cittadina, che deve ancora trovare attuazione – ha concluso Ciardi, ideatore e promotore del documentario – coinvolgere anche la Fiorentina ed invitare qualche dirigente viola alle prossime proiezioni? Ci piacerebbe, anche considerando che il prossimo anno cadrà l’anniversario del primo Scudetto della Fiorentina". Quello "del Befani", per l’appunto.
G.F.