
PRATO
Festini a luci rosse organizzati per "divertire" un gruppo di sessantenni. E poi filmati hard custoditi gelosamente e girati col patto di non essere diffusi. Una storia di "revenge porn" (il reato introdotto dalla legge "codice rosso" un anno fa che punisce chi divulga filmati dai contenuti erotici senza il consenso dei protagonisti) che è stata scoperta dalla procura pratese dopo la denuncia di una donna ricattata dalla organizzatrice delle serate hard, una commerciante di 35 anni, che adesso è indagata. La donna rischia il processo. La procura ha recapitato l’avviso di chiusura indagini e adesso dovrà decidere se chiedere oppure no il rinvio a giudizio. La difesa avrà venti giorni di tempo per presentare una memoria o chiedere che l’indagata venga sentita dal pm.
I protagonisti di questa sex story sono tutti pratesi, fra i 55 e i 60 anni oltre alla trentacinquenne. Le indagini sono condotte dai carabinieri, sezione di pg del tribunale, e coordinate dalla procura dopo la denuncia di una cinquantacinquenne, residente in provincia di Prato che prendeva parte ai festini a sfondo sessuale. La donna ha sporto denuncia quando la trentacinquenne ha avanzato una richiesta di restituzione di denaro, circa duemila euro, come "rimborso" delle spese sostenute per organizzare gli incontri. Pochi giorni dopo tale richiesta la trentacinquenne ha inviato alcuni filmati delle serate incriminate all’ex marito e al figlio della donna. La scoperta è stata sconvolgente in quanto i familiari erano all’oscuro della doppia vita della congiunta: la donna si è riconosciuta nei video e ha sporto subito denuncia. La testimonianza è finita sul tavolo del procuratore Giuseppe Nicolosi che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di revenge porn. Durante la perquisizione in casa e nel negozio dell’indagata, i carabinieri hanno sequestrato computer e hard disk dove sono stati trovati i filmati delle serate incriminate. Secondo quanto ricostruito, la trentacinquenne insieme al marito sessantenne erano gli organizzatori degli incontri a sfondo sessuale.
La presunta vittima del revenge porn, 55 anni, partecipava alle serate "per divertimento", ha spiegato agli investigatori. I festini sono andati avanti per circa tre anni, l’ultimo si è consumato nel dicembre 2019. Le serate di sesso di gruppo si tenevano a casa della coppia in periferia e in un altro immobile a Prato nelle loro disponibilità e vi partecipavano altre donne che non sono state identificate. Il sessantenne, morto nel febbraio scorso per cause naturali, era l’unico uomo. A giugno è arrivata la richiesta di soldi. La cinquantacinquenne, però, si è opposta, non capiva perché avrebbe dovuto rendere tutto quel denaro. Di fronte al diniego, la trentacinquenne ha inviato i filmini che adesso l’hanno inguaiata secondo il nuovo reato di revenge porn.
Laura Natoli