Prato, 4 settembre 2024 – Sdraiato sotto un albero di fronte alla scuola d’infanzia del Campiono a urlare. Già dalle prime ore della mattina di ieri un tossico bivaccava nei giardini di fronte alla scuola Il Campino in via Amendola, forse in attesa dello spacciatore che arriva con un cane molosso, tanto per fare capire l’andazzo in quella parte di città. Guardando giù, verso il Bisenzio, le cose non migliorano: i tossici – da tempo – si sono appropriati di quella parte di città scegliendola come luogo adatto per bucarsi. Non una novità: intorno al ponte della Passerella ci sono sempre stati i bivacchi. I tossici arrivano come sempre alla stazione del Serraglio, acquistano la droga in città, si fanno e poi ripartono con il treno. Un cliché.
Nel tempo le cose erano migliorate ma adesso sembra tornato tutto come prima. A segnalare la situazione un lettore che domenica mattina, intorno alle 10, si trovava sulla pista ciclabile insieme al suo cane e ha assistito a una scena davvero degradante: tre tossici che dopo aver acquistato la dose quotidiana dallo spacciatore con il molosso, si sono arrotolati le maniche e si sono bucati per assumere lo stupefacente di fronte alle famiglie con bambini.
“Non è stata una bella scena – attacca il lettore – Spesso ci sono tossici e spacciatori in zona, che cosa succederà quando riaprirà la scuola? I tossici si faranno lo stesso di fronte ai bambini? Le forze dell’ordine non passano mai, ma se si lascia l’auto parcheggiata in doppia fila in piazza Mercatale arriva subito una multa. Inutile fare i presidi al Serraglio quando poi tutto intorno è pieno di sbandati e delinquenti”. “E’ una terra di nessuno, una brutta situazione – aggiunge – Accade alla luce del sole, in mezzo alle famiglie con bambini. Non c’è da meravigliarsi se poi la gente preferisce andare nei centri commerciali. Almeno non ci sono persone che si bucano il braccio e siringhe per terra”.
Il lettore ricorda bene lo “scandalo” che scoppiò qualche anno fa con il servizio delle “Iene” che mostrò lo spaccio intorno al Serraglio e a un minimarket etnico di via dei Tintori dove i “famosi” ovulatori tenevano le palline di cellophane con la droga in bocca per non farsi scoprire, pronti a ingoiarle nel caso di un controllo.
“La situazione era migliorata dopo il servizio televisivo – prosegue il lettore – e certamente non è più come prima ma bisogna intervenire prima di arrivare a quel punto quando Prato divenne ’celebre’ in tutta Italia per gli ovulatori della droga”. Quella parte della pista ciclabile è spesso affollata di famiglie nei giorni festivi, di persone che vanno a correre o di chi porta fuori il cane. “Una bella zona da dove si può godere della vista sul ponte al Mercatale, deturpata dal degrado e della cattive frequentazioni – spiega ancora il lettore – Sotto il ponte è pure apparso un orto cinese. Lo fecero togliere e ora è già stato rifatto. Dunque è tutto permesso?”.
“Forse sarò un ingenuo ma io invece non mi rassegno e provo una specie di dolore di fronte a tutto questo – conclude –. Un ingenuo perché mi sembra che certi fenomeni potrebbero essere combattuti veramente con poco. Perché mI sembra che basti la volontà di farlo. Perché consentire lo spaccio così alla luce del sole? Ma perché lasciare anche il solo orto abusivo? Non è forse ancora più da ingenui non prevedere che accanto allo spacciatore lasciato fare ne arriverà poi un altro al ponte successivo? Ma anche che accanto all’innocuo orto in pieno centro ne sarà poi fatto un altro e un altro ancora? Perché lasciare che le cose si degradino, perché? Tra poco inizieranno le scuole, e il Campino si riempirà di bambini, genitori e nonni”.
L.N.