REDAZIONE PRATO

Bloccata a Tel Aviv, donna di Prato condannata a tre anni e mezzo per traffico di droga

Daria Franchi, 37 anni, è in carcere in Israele dal gennaio scorso. Fu fermata in aeroporto con 10 chili di ketamina e confessò subito

Daria Franchi di Prato è in carcere in Israele dal gennaio scorso.

Daria Franchi di Prato è in carcere in Israele dal gennaio scorso.

Prato, 27 luglio 2025 – E’ stata condannata a tre anni e mezzo di reclusione per “importazione illegale di stupefacenti”. Si è chiuso in tempi rapidi il processo a carico di Daria Franchi, pratese di 37 anni, ballerina ed ex modella, che nel gennaio scorso fu arrestata all’aeroporto di Tel Aviv con dieci chili di droga sintetica (cinque di ketamina e cinque di mdma) in valigia. Franchi resta, dunque, per ora in carcere in Israele.

Il calcolo della condanna tiene conto dei sei mesi che la Franchi ha già passato nel carcere femminile che si trova a 30 chilometri da Tel Aviv, quindi effettivamente le mancano ancora tre anni. Un eventuale sconto di pena sarà deciso solo da una apposita commissione che si riunirà quando la Franchi avrà finito di scontare almeno due terzi della pena, più o meno altri due anni. Dovrà infine pagare una sanzione pecuniaria di 2.500 euro. 

La condanna è ritenuta “piuttosto mite” dal legale che l’ha seguito nel processo e che è stato continuamente in contatto con la Farnesina e con il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli che si era preso a cuore la situazione. Il legale ha spiegato che il pubblico ministro aveva richiesto una pena ben più pesante facendo leva su precedenti simili nei quali gli imputati hanno avuto condanne fino a 15 anni.

Il pubblico ministero aveva chiesto una pena fra i cinque e gli otto anni. A pesare sulla decisione dei giudici è stato il fatto che Daria ha subito confessato – ha ammesso che lo stupefacente era suo e di aver fatto tutto da sola – e l’intervento della madre della donna, apparsa in video chiamata durante il processo. Si prospetta un periodo non semplice per la donna che dovrà passare almeno altri due anni nel carcere in Israele, fra l’altro con la paura della guerra in corso.

Daria Franchi fu fermata all’aeroporto Ben Gurion il 24 gennaio scorso. Secondo quanto ricostruito, era partita dall’Italia sabato 18 gennaio. Aveva informato la famiglia – la madre e il fratello vivono a Prato mentre il padre risulta residente in Puglia – di partire per un viaggio di piacere. Prima di arrivare a Tel Aviv sarebbe passata da Atene. Poi il 24 gennaio l’arrivo a Tel Aviv, dove si sono perse le sue tracce.

La madre, non avendo più avuto sue notizie, ha sporto denuncia di scomparsa in Questura a Prato. Qualche giorno dopo venne informata di quello che era accaduto. Quando Daria è atterrata a Tel Aviv era sola. Allo scalo è stata fermata per un controllo dalla polizia israeliana che ha trovato il grosso quantitativo di droga nella sua valigia. La polizia israeliana l’ha messa in stato di fermo, poi il giudice ha convalidato nell’arresto.

Daria, che ha un passato come modella e ballerina in alcuni locali di Firenze, è piuttosto conosciuta a Prato dove è ancora residente con la madre. Da una quindicina di anni, però, la donna aveva spostato i suoi interessi su Firenze dove vive il compagno.

“Voglio ringraziare la nostra ambasciata e il nostro consolato che mi hanno informato costantemente della situazione – ha detto Giorgio Silli – adesso attendiamo risvolti”. Silli ha seguito di persona il caso sia perché “si tratta di una mia concittadina, una pratese, sia perché ci sta a cuore il destino di tutti gli italiani che si trovano reclusi all’estero”, aveva spiegato a gennaio dopo la notizia del suo arresto.

Laura Natoli