
Dal cubismo all’Ultimo abbraccio
Le opere di Lipchtiz nella collezione di Palazzo Pretorio documentano tutto il suo percorso artistico, dagli anni del Cubismo alle successive tendenze surrealiste, alle forme più arrotondate e "classiche" che caratterizzano la produzione degli ultimi anni. La formazione di Lipchitz si compì a Parigi, dove l’artista visse negli anni in cui la città era la capitale dell’arte, diventando amico di Amedeo Modigliani, Juan Gris e Pablo Picasso. Con l’occupazione nazista della Francia, per le sue origini ebraiche fu costretto a trasferirsi negli Stati Uniti. Ritornò in Europa nel 1963 e trascorse lunghi periodi in Italia, in particolare a Pietrasanta. Tra le opere espose al terzo piano di Palazzo Pretorio ci sono il bassorilievo Scena Mitologica (1911) una delle prime opere realizzate a Parigi, e il sorprendente Arlecchino con mandolino (1920), d’ispirazione cubista. Al periodo vissuto negli Stati Uniti appartiene Mother and Child II, la prima scultura realizzata a New York nel 1941. Infine, di grande suggestione L’ultimo abbraccio (1970-1971), una delle ultime creazioni dell’artista. E non va dimenticata Prometheus Strangling the Vultur II, la statua di bronzo dello scultore che spicca accanto all’ingresso esterno di Palazzo Pretorio, anch’essa donata nel 2013. L’opera rappresenta Prometeo, che secondo la mitologia greca rubò il fuoco agli dei per restituirlo agli esseri umani, gesto che fece infuriare Zeus che lo incatenò a una montagna rocciosa per essere torturato da un’aquila per l’eternità; nella versione scultorea di Lipchitz, Prometeo trionfa sul suo destino, si libera dalle catene e con una mano strangola l’uccello mentre con l’altra gli afferra gli artigli.