REDAZIONE PRATO

Da Panatta al super hotel Barone, la Villa sospesa

Per il campione della Coppa Davis sarebbe diventata un centro federale di tennis. Il destino della dimora bloccato sia sul fronte privato che su quello pubblico

La docu-serie sulla vittoria della Coppa Davis nel 1976, recente successo di Sky, ha fatto rivivere una pagina gloriosa dello sport italiano in tv, ma riporta anche alla mente l’interessamento di Adriano Panatta – uno degli eroi che fecero l’impresa in Cile, il più famoso – per la villa del Barone a Montemurlo negli anni ’80, un affare che avrebbe reso importanza e splendore all’antico edificio mediceo.

Quella sliding doors per la Villa che avrebbe potuto aprirsi a colpi di tennis, restò invece chiusa, lasciando sospesa per decenni la dimora patrizia della Piana.

Ci furono vari incontri tra i proprietari di allora – una famiglia di industriali tessili di Prato – e lo stesso Panatta che, rimasto affascinato dal luogo e dall’edificio avrebbe desiderato insediarci un centro federale di tennis per i giovani. Il campione romano aveva anche incontrato il sindaco dell’epoca ed era supportato da una cordata di imprenditori ma l’operazione non andò in porto. Successivamente la proprietà è passata di mano, ma la gestione si è dovuta confrontare con i problemi legati alla conservazione del gioiello immobiliare del ’500. Vari sono stati i tentativi di ristrutturazione da parte dei proprietari che , intenzionati prima a farne un relais di lusso e poi a vendere il lotto situato alle pendici del monte Iavello, ci hanno investito tempo e risorse. La destinazione d’uso concordata con il Comune di Montemurlo – sindaci Menchetti e Lorenzini – è rimasta quella di una struttura ricettiva. Un super hotel con centro convegni per restituire valore a un immobile con una così lunga storia abitata anche dal fantasma di una nobile e sfortunata fanciulla. Ma per un tale progetto servirebbero contributi e fondi statali. A dirlo è anche l’attuale primo cittadino Simone Calamai. "Segno distintivo della nostra nostra collina, Villa del Barone purtroppo versa da tempo in condizioni di non utilizzo e richiederebbe importati lavori per riaprire al pubblico – spiega Calamai – Il nostro desiderio, come amministrazione comunale, sarebbe quello di poter recuperare la struttura, riportandola a un pieno utilizzo per tutta la comunità montemurlese. Le prospettive per un recupero della struttura, che fino ad oggi sono state vagliate, purtroppo non hanno dato alcun frutto, né sul fronte privato né su quello pubblico. A questo proposito nel 2015 il Comune aveva chiesto aiuto al ministero per i Beni e le attività culturali e alla Regione per poter partecipare all’asta per l’acquisizione del bene e salvare così la Villa dall’abbandono. Purtroppo tutti i tentativi fatti non hanno avuto esito positivo".

Elena Duranti