Cresce l’occupazione in provincia. Tessile, scuola e locali: tanti posti

I dati dell’Osservatorio territoriale certificano un 2023 positivo (+2%) rispetto all’anno precedente. Boom di assunzioni nel primo semestre. Le aziende hanno ancora bisogno di operai specializzati.

Dal 2022 al 2023 l’occupazione a Prato è aumentata del 2%, mentre sono calati, insieme al tasso di disoccupazione, gli avviamenti e soprattutto le cessazioni (rispettivamente del 3 e del 6,7%). Proprio le dinamiche favorevoli tra avviamenti al lavoro e cessazioni hanno avuto un importante impatto positivo sui saldi occupazionali: in particolare nel 2023 la differenza fra ingressi al lavoro e cessazioni è stata superiore del 96% rispetto all’anno precedente.

Sono questi alcuni dei dati raccolti - e presentati nella giornata di ieri - dall’Osservatorio territoriale lavoro e formazione, nato nell’immediato post-pandemia, nel 2021, su iniziativa del Co.ge. F.I.S. (Comitato di Gestione dei Fondi per gli Interventi Sociali, costituito da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil) e del Comune di Prato. Dal 2022, grazie all’impegno della Regione Toscana, l’Osservatorio ha potuto contare sul contributo attivo dell’Irpet (Istituto di programmazione economica della Toscana) per lo svolgimento di una ricerca sui fabbisogni professionali e formativi del distretto. L’Osservatorio ha collaborato fin da subito con il Pin, che attraverso Laboris (il Laboratorio di scienze del lavoro) si è occupato delle analisi congiunturali sull’andamento del lavoro e dell’economia a Prato, raccogliendo statistiche che aiutano a capire i movimenti interni al mercato del lavoro.

Nel 2023 in provincia si è registrata una crescita delle imprese, in particolare di quelle del comparto edile, dei servizi e dell’abbigliamento. E’ rimasto più o meno stabile il numero delle attività manifatturiere, mentre si è avuta una contrazione di quelle tessili. Per quanto concerne i saldi occupazionali, nei primi due trimestri del 2023 la crescita è stata rilevante, mentre nel terzo e nel quarto sono calati (rispettivamente del 4,6 e del 4,9%). Il che significa che negli ultimi tre mesi dell’anno si è assunto di meno e al contempo si sono portati a scadenza i contratti a termine senza rinnovarli. I motivi principali di questo trend? La diminuzione delle esportazioni tessili e l’alluvione che ha colpito il nostro territorio a inizio novembre. Dal lavoro svolto dall’Osservatorio è emersa anche la continua necessità delle aziende tessili del territorio di inserire figure specifiche e specializzate come tecnici, tecnici intermedi, addetti ai macchinari, solo per fare degli esempi. I principali settori economici con alta capacità di attrazione di Prato? Oltre al tessile ci sono l’istruzione (in particolare quella primaria e secondaria) e la ristorazione.

Francesco Bocchini