REDAZIONE PRATO

Corertex lancia l’allarme: "A rischio il distretto con la nuova bozza sul riuso ed il riciclo"

L’attacco del Consorzio al decreto ministeriale in fase di elaborazione "Obiettivi di recupero deludenti: chiediamo alle istituzioni di intervenire".

L’attacco del Consorzio al decreto ministeriale in fase di elaborazione "Obiettivi di recupero deludenti: chiediamo alle istituzioni di intervenire".

L’attacco del Consorzio al decreto ministeriale in fase di elaborazione "Obiettivi di recupero deludenti: chiediamo alle istituzioni di intervenire".

"Torniamo a chiedere alle istituzioni locali di sostenere il distretto nella richiesta di un’equa stesura del testo sulla responsabilità estesa del produttore (Epr). Alla luce dell’ultima bozza ministeriale appare evidente la necessità di una modifica del contenuto dell’Epr. Perché oggi c’è la preoccupazione che si possa penalizzare o addirittura mettere a rischio l’esistenza del distretto". Il sos per il distretto giunge forte e chiaro dall’assemblea di Corertex, il Consorzio per il riuso e il riciclo tessile, che si è riunita per l’approvazione (all’unanimità) del bilancio 2024. E’ stata l’occasione per fare il punto sulle normative che modificheranno la gestione dei rifiuti tessili: l’attenzione si è appuntata sul tema della responsabilità estesa del produttore in quanto "l’ultima bozza ministeriale ha sollevato non poche perplessità sia nel settore del riuso che in quello del riciclo".

"Una prima analisi da fare sul testo è relativa agli obiettivi di recupero dei rifiuti tessili – spiegano il presidente Raffaello De Salvo e il vicepresidente Fabio Marseo –. Parlare di recuperare entro il 2026 il 15% in peso sull’immesso nel mercato dai produttori e importatori è un obiettivo molto deludente. Perché oggi fra riuso e riciclo si recupera già l’80%. In una prima bozza si parlava di recuperare il 25%, ora si butta giù sensibilmente questo obiettivo, perché?". Domanda alla quale si aggiunge il fatto "che nella prima bozza si diceva che il recupero energetico di questi rifiuti non poteva essere superiore al 10%. Adesso questa previsione sparisce".

A proposito di recupero energetico, cioè della possibilità di bruciare i rifiuti tessili per trasformarli in energia, Corertex evidenzia un neo. "Si dice che il ministero, col supporto di Ispra, su indicazione dei produttori, definirà le percentuali di recupero energetico dei rifiuti tessili – proseguono – . Ciò crea un conflitto di interessi, perché bruciare questi rifiuti è la strada più facile. Peccato che abbia l’impatto peggiore sull’ambiente. Il rischio è che si possa spingere per bruciare quanti più rifiuti possibili a discapito dell’ambiente. Ma dato che i cittadini versano un eco-contributo, perché dare la possibilità di spingere in favore dell’interesse economico?". Corertex punta a chiedere un equilibrio "fra crescita economica e sostenibilità che noi del distretto conosciamo bene" con l’auspicio che tale buona pratica "di simbiosi industriale possa essere presa da esempio dal sistema Epr "incentivando al massimo riuso e riciclo nell’ambito di un dialogo costante fra pubblico e privato".

C’è un’altra critica: riguarda il modello di ripartizione del valore economico derivante dall’Epr. "Il modello preso a riferimento è quello dei Raee, dove l’83% del valore economico va in capo ai produttori – dicono dal Corertex – . Viene i meno l’equa distribuzione di questo valore lungo la filiera". Infine, c’è un’ultima preoccupazione: riguarda l’applicazione del regolamento Reach al settore riuso, che andrebbe a imporre limiti insostenibili sull’uso delle sostanze chimiche. "Introdurre questo regolamento anche per il riuso significherebbe dovere effettuare analisi su ogni singolo capo da reimmettere sul mercato – concludono Marseo e De Salvo – . Si porrebbe fine alla filiera per insostenibilità dei costi. E lo stesso concetto vale per il settore del riciclo. L’ultima bozza di Epr è quindi decisamente peggiorativa delle precedenti".