
Babbo Natale
Prato, 23 dicembre 2020 - «Controlli ferrei sulle vendite nei negozi per la vigilia di Natale". A chiederli sono gli stessi commercianti che invocano una stretta da parte delle forze dell’ordine per assicurarsi che domani tutti rispettino le regole sancite dalla zona rossa. Fra codici ateco e merci considerate di prima necessità, infatti, alcune attività commerciali potranno restare aperte, come ad esempio chi vende intimo, abbigliamento e scarpe per bambini, oreficerie e gioiellerie che effettuano riparazioni e cambio pile. Ma il timore di alcuni esercenti è quello che la vendita di questi prodotti possa rappresentare un escamotage per lavorare a pieno ritmo e vendere qualsiasi tipo merce in negozio, compresa quella vietata. Di fatto l’invito ai controlli non è indirizzato ai negozi specializzati nella vendita dei prodotti consentiti dal dpcm, bensì è volto a scoprire gli eventuali ‘furbetti’ che cercano di aggirare le regole. «Nonostante la zona rossa molte attività resteranno aperte la vigilia di Natale – commenta Rocco Rizzo della gioielleria Tentazioni – Nel caso delle gioiellerie, ad esempio, possono lavorare coloro che effettuano riparazioni o il servizio di cambio pile. Ma come si fa a essere certi che non vengano venduti orologi o gioielli? Per questo servono i controlli delle autorità. Noi restiamo chiusi perché ci pare assurdo aprire solo per il servizio di cambio pile: ci rimetteremmo. E poi cosa dovremmo fare scrivere nell’autocertificazione ai clienti? Cambiare le pile all’orologio non mi sembra una necessità. La legge di per sé è sbagliata e riterrei giusta una serrata generalizzata da parte dei commercianti". A chiedere regole uguali per tutti è anche Sergio Scarpelli, dell’omonimo negozio di via Guasti: "Due pesi e due misure non ci piacciono – dice l’esercente – Qui basta mettere in vetrina due scarpe per bambini per aggirare l’ostacolo della zona rossa. Ma poi cosa viene venduto veramente? E chi controlla? La vigilia di Natale è un giorno fondamentale per gli acquisti ed è giusto che tutti possano lavorare ad armi pari. Le interpretazioni che permettono di aggirare le norme non vanno bene. E gli unici garanti della regolarità negli acquisti possono essere le forze dell’ordine con i controlli". Secondo Dina Piumi, dell’omonimo negozio di calzature, c’è in ballo anche una questione "etica e morale. La vigilia di Natale dovrebbero restare aperti solo i negozi specializzati – sostiene – Aggirare le regole è anche moralmente scorretto. Non solo. Così si finisce per disorientare gli stessi clienti. Purtroppo questa cosa è già successa durante il precedente lockdown, ma non va bene, perché è una mancanza di rispetto verso i commercianti corretti e verso i clienti che restano a casa a seguire le regole". Piumi invita a lavorare seguendo le modalità consentite: "Noi facciamo vendite on line e consegne a domicilio – conclude – Seguiremo ogni modalità prevista dalle regole. Paradossalmente potremmo restare anche aperti la vigilia, perché abbiamo pure calzature per bambini, ma non avrebbe senso aprire nella speranza di vendere solo qualche paio di scarpe". Lorenzo Limberti della gioielleria di via Ricasoli ne fa una questione di principio: "Se c’è una regola, allora valga per tutti. Se venissero effettuati dei veri controlli resterebbero aperti solo i negozi specializzati. Il problema è che purtroppo non ci sono regole chiare". Stefano De Biase