Commozione per Marco Ciatti: "Ha tracciato il futuro del restauro"

Chiesa di Sant’Agostino gremita per l’ultimo saluto all’ex soprintendente dell’Opificio delle Pietre dure. I ricordi dei colleghi: "Amava i casi difficili, quelli che avrebbe definito ‘miracoli’. E amava la ricerca".

La chiesa di Sant’Agostino ieri pomeriggio, gremita di amici e parenti, si è stretta attorno al feretro di Marco Ciatti, morto a 69 anni, uno dei massimi esperti di restauro, soprintendente dal 2012 al 2022 dell’Opificio delle Pietre Dure e docente per molti anni del corso di Storia del restauro dell’Università di Firenze. Una cerimonia sobria che si è aperta con i ricordi di Emanuela Daffra, soprintendente all’Opificio delle Pietre Dure, e dal professor Fulvio Cervini del Dipartimento Storia, archeologia, geografia, arte e spettacolo. "La sua vita professionale è stata quasi tutta dedicata all’Opificio – ha detto Daffra – Sottolineo la sua propensione per i casi difficili, per i miracoli avrebbe detto in alcuni casi, sia dal punto di vista tecnico che del metodo. Il restauro per lui era un punto intermedio dentro un progetto di conservazione rivolto al futuro; un atto di tutela militante. Poi la ricerca: col suo lavoro ha segnato le strade per il futuro". Daffra ha ricordato le sue qualità come docente "fatte di passione e competenza che si declinavano in cura attenta e severa verso gli allievi". "Trasmetteva la sua fede nel lavoro e nella vita", ha detto il parroco, don Rizieri Santi. A dare l’ultimo saluto insieme alla moglie e al figlio, tanti volti del mondo dell’arte ed amici pratesi: l’ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, la presidente dell’Opera di Santa Croce Cristina Acidini, Giorgio Bonsanti, l’ex soprintendente Isabella Lapi Ballerini, il direttore del Polo Museale Toscana Stefano Casciu, l’assessore Simone Mangani, la presidente della Fondazione CariPrato Diana Toccafondi, Claudio Cerretelli, Rita Iacopino e lo staff di Palazzo Pretorio.

Sa.Be.