Comitati pronti alla barricate: presidio a Firenze contro Peretola

Parte la controffensiva per bloccare l’ampliamento dello scalo: "Sbagliato anche il metodo di discussione"

I comitati del no all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola preparano la controffensiva. Non solo ribadendo il "radicale dissenso" alla nuova pista da 2.200 metri, ma anche criticando le modalità del dibattito pubblico promosso sul nuovo masterplan che "serve solo a ribadire la precedente decisione da parte delle istituzioni proponenti di costruire la nuova opera, in spregio a tutti i rischi e ai danni documentati e provati da tempo da pareri tecnici e scientifici super partes e da istituzioni come la commissione ministeriale di Via e convalidati dalla sonora bocciatura della variante al piano regionale territoriale subìta da parte del Tar nel 2016".

I comitati non si limitano a contestare l’opera ma si muovono anche per creare nuovo consenso intorno al no a Peretola. Il primo passo è l’organizzazione di un presidio martedì prossimo, 29 novembre, in piazza Adua a Firenze davanti al Palazzo degli Affari. In quell’occasione ribadiranno la necessità della tutela del parco agricolo della piana, invocheranno la previsione di un potenziamento della rete ferroviaria fra Firenze e l’aeroporto di Pisa, chiederanno il ridimensionamento del Vespucci e bocceranno per l’ennesima volta l’ampliamento.

"Siamo pronti per opporci ancora e ancora – dicono –. C’eravamo, ci siamo e ci saremo per la Piana. Le modifiche al vecchio progetto non sono tali da far cambiare le posizioni di netto rifiuto assunte in passato dalle associazioni, dalle comunità e dai comitati. L’impatto sull’ecosistema e sull’ambiente di vita degli abitanti resta devastante".

La critica al dibattito pubblico, con contestazione in particolare di Toscana Aeroporti e del sindaco di Firenze Nardella che "hanno dichiarato che il procedimento si concluderà rapidamente in modo da poter aprire i cantieri nel 2024, dando quindi per scontata l’approvazione del nuovo progetto", ha portato i comitati a decidere di avviare una forma di partecipazione alternativa. Da qui la scelta di presentare il dibattito di comunità. "E’ inaccettabile il metodo seguito che continua a partire dal problema settoriale per stravolgere il territorio e adeguarlo alle esigenze tecniche dell’infrastruttura anziché partire da una visione sistemica e complessiva rispettosa delle volontà di miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti della Piana. Se si vuole avviare un reale processo di partecipazione si deve rovesciare il metodo seguito".