REDAZIONE PRATO

Colf e badanti, aumentano i salari Costeranno 2000 euro in più all’anno

Da mercoledì è scattato l’adeguamento del contratto nazionale che prevede uno scatto del 9%. A Prato sono circa 1200 i lavoratori coinvolti. I sindacati: "Così maggiori risorse per la formazione"

Non bastava il caro energia, adesso a pesare sulle tasche delle famiglie c’è anche il caro colf e badanti. Un’ulteriore stangata ai portafogli familiari già messi in difficoltà dall’aumento dell’inflazione e di conseguenza dei prezzi di benzina, bollette e beni alimentari. Dopo un 2022 segnato dai rincari anche il 2023 non è iniziato nel migliore dei modi. Da 24 ore è scattato il via libera all’adeguamento delle retribuzioni all’inflazione. Tradotto, significa un aumento medio mensile che può variare dai 110 a 170 euro. Fino ad un picco di 2000 euro su base annua.

Dal ieri quindi, visto che a livello governativo non è stato trovato un accordo con le associazioni datoriali, gli aumenti sono diventati realtà e così rispetto ai minimi del 2022, gli stipendi di colf e badanti salgono del 9%. In Toscana sono 4000 i lavoratori iscritti alla previdenza e quindi assunti con regolare contratto. Di questi circa 1200 sono pratesi e di conseguenza è il numero di quanti cittadini subiranno gli aumenti. Una bella doccia fredda anche perché spesso le famiglie fanno sacrifici per pagare una badante che si occupi del genitore anziano e la pensione quasi mai basta a pagare le spese dell’assistenza domiciliare fissa. Le scelte sono poche: le Rsa hanno costi elevati e i posti scarseggiano, affidarsi ad una badante rappresenta, spesso, l’unica via di fuga quando in casa c’è un anziano non più autosufficiente e i familiari lavorano. Mediamente gli stipendi dal prossimo mesi saliranno di circa 150 euro, cifra non banale.

In media per un contratto a 30 ore settimanali quindi per metà giornata, lo stipendio è di circa 630 euro. In questo caso il lavoratore incasserà 60 euro al mese in più, che diventeranno 75 considerando anche Tfr, tredicesima e ferie. In totale l’aumento a carico delle famiglie sarà di circa 850 euro su base annua. Lo stipendio per contratti a tempo pieno oscilla tra 1100 e 1200 euro, cifra che arriva a 1700 euro nel caso in cui sia necessaria anche un’assistenza notturna. E qui i costi lievitano.

Il rischio è che questa ulteriore stangata vada a favorire la diffusione del lavoro nero, ma i sindacati difendono i diritti dei lavoratori ed escludono il rischio di stangata: "Si tratta di aumenti già previsti dal contratto e relativi ai minimi retributivi", commenta Gianni Elmi della Cisl. "L’adeguamento contrattuale è necessario anche perché permette di accantonare una parte di soldi da destinare alla formazione. Investire nei lavoratori significa alzare la qualità dei servizi, le badanti in particolare che lavorano nell’assistenza alla persona è bene che seguano corsi di formazione e aggiornamento cosa che finora non veniva svolta".

Silvia Bini