REDAZIONE PRATO

Che fare domenica? Il Pd sposa la Cgil. Il centrodestra va al mare

Ecco le scelte dei parlamentari. La Porta e Mazzetti, niente voto. Furfaro alle urne: "Chiamati ad esprimerci su temi fondamentali" .

Ecco le scelte dei parlamentari. La Porta e Mazzetti, niente voto. Furfaro alle urne: "Chiamati ad esprimerci su temi fondamentali" .

Ecco le scelte dei parlamentari. La Porta e Mazzetti, niente voto. Furfaro alle urne: "Chiamati ad esprimerci su temi fondamentali" .

Se il Pd si mette la maglietta della Cgil per i cinque Sì e va a votare per i referendum, il centrodestra guarda le previsioni del tempo e pensa di andare a fare la prima puntata al mare o comunque resterà lontano dai radar dei seggi.

"C’è chi perde il lavoro da un giorno all’altro e si ritrova con appena 6 mensilità in tasca, magari con una famiglia o un mutuo da pagare - sottolinea il deputato del Pd Marco Furfaro - C’è chi viene licenziato senza giusta causa e non ha nemmeno il diritto di tornare al proprio posto di lavoro. C’è chi è nato e cresciuto in Italia, ma per lo Stato è invisibile". I cinque quesiti referendari "affrontano queste realtà - sottolinea il dem - Non riguardano formule astratte o tecnicismi giuridici, ma diritti concreti: rafforzare le tutele sul lavoro, contrastare la precarietà garantire più sicurezza a lavoratrici e lavoratori, riconoscere la cittadinanza a chi l’Italia la vive ogni giorno". E allora "l’8 e il 9 giugno si vota senza alcun dubbio cinque SÌ per un’Italia più giusta e più somigliante a quella che le lavoratrici, i lavoratori, i precari e tantissimi cittadini vorrebbero vivere ogni giorno".

Critiche da Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia che bolla la tornata referendaria come "populista" su temi "che non possono essere ridotti a un sì o un no". E "non appassiona nemmeno i concittadini" dice la parlamentare pratese. Temi come il subappalto "devono essere decisi nelle istituzioni, insieme agli addetti ai lavori" ad esempio. E allora "non andrò a votare perché sono convinta che questi temi vadano affrontati nelle Istituzioni e con un approccio concreto e logico. Siamo votati dal popolo italiano per fare le leggi e dobbiamo assumercene oneri ed onori, agendo".

Netta astensione per Chiara La Porta, deputata di Fratelli d’Italia: "La mia posizione è quella dell’astensione, perché la ritengo una scelta legittima. Così come espresso nel 1999, dall’allora vice presidente del Consiglio Sergio Mattarella, che considerava pienamente legittimo che un elettore potesse scegliere di non votare al referendum abrogativo sul Mattarellum o nel 2016 dal presidente della Repubblica Napolitano che, sul referendum sulle trivelle, riteneva che il non andare a votare fosse un modo di esprimersi sull’iniziativa referendaria stessa". Lo scopo del Pd sul fronte cittadinanza "è strumentale, in un’Italia che ha già il più alto numero di rilascio della cittadinanza. Per quanto riguarda il tema lavoro, si tratta di questioni tutte interne alla sinistra....". E così lascerà la scheda elettorale nel cassetto.

L.C.