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Prato, il centro perde altri pezzi: chiudono Kasanova e Upim. E tanti fondi sono nel degrado

Cessano le due attività aperte in via Garibaldi e in Corso Mazzoni, zone nobili del commercio. A fine anno lascia anche Baldi Ricami. È necessario agire sul degrado che portano i negozi sfitti

Negozi chiusi in centro a Prato (foto Attalmi)

Negozi chiusi in centro a Prato (foto Attalmi)

Prato, 1 agosto 2024 – Ad agosto 2021 la profumeria Douglas della multinazionale tedesca aveva cessato l’attività in via Garibaldi. Nel grande fondo commerciale in pieno centro storico era successivamente sbarcata Upim, tornata a Prato dopo anni di chiusura.

L’idillio è durato poco: a meno di tre anni di distanza sulle vetrine del fondo stretto tra il Teatro Politeama e la pasticceria Nuovo Mondo, in uno dei punti più nobili del commercio cittadino, campeggiano di nuovo i cartelloni di "cessazione attività" preceduti da una svendita totale della merce al 70%.

Nemmeno le spalle larghe della catena italiana di grandi magazzini gestita da Ovs ha resistito, probabilmente complice la presenza a pochi metri di un altro punto vendita Ovs. Il risultato non cambia, la saracinesca tornerà di nuovo ad abbassarsi per rialzarsi chissà quando viste anche le grandi dimensioni del fondo.

A settembre 2023 in Corso Mazzoni aveva fatto capolino il famoso marchio Kasanova specializzato in casalinghi, arredamento e tessile: a meno di un anno di distanza il negozio ha già chiuso i battenti, anche in questo caso dopo una svendita eccezionale. Scatoloni e pannelli alle porte ne segnano la definitiva chiusura. Non sono bei segnali, soprattutto quando anche i grandi gruppi decidono di abbandonare la città nella quale avevano deciso di investire.

La crisi del commercio a Prato è una questione che si trascina da anni, le difficoltà sono andate aumentando con il passare del tempo. Gruppi internazionali e commercianti da generazioni che gettano la spugna: solo nell’ultimo periodo hanno chiuso i battenti gli storici negozi di abbigliamento Biti, Sauro Mazzoni ed entro fine anno lascerà definitivamente Prato anche Baldi Ricami.

L’unica recente novità è in via Garibaldi nel tratto vicino piazza Duomo: da alcuni giorni ha aperto un market a gestione cinese fonitissimo di cancelleria, oggettistica, utensili per la casa. Un punto vendita che fa bene al commercio oltre che dare un servizio ai consumatori.

ll problema del commercio purtroppo non è di facile soluzione, l’amministrazione ha però la responsabilità del decoro del centro perché passino i fondi sfitti, ma non il degrado che contribuisce a dare un’immagine decadente della città e a scoraggiare possibili investitori. Ne sono un esempio i grandi fondi in piazza del Duomo dove sulle vetrine campeggia da anni la scritta "coming soon", in cartelloni ormai divenuti sporchi e strappati dal tempo.

In via Muzzi nel fondo ex Giocheropoli oltre all’insegna ancora presente sulla parete del palazzo storico, tra la sporcizia e la polvere si intravede sulla vetrina un cartello con scritto a mano "riapriamo il...". Anche l’ammirabile progetto realizzato dall’amministrazione insieme ai ragazzi dell’Opera Santa Rita che avevano creato installazioni d’arte per rivestire i fondi sfitti di via Muzzi, se non viene mantenuta a dovere, rischia di esser un boomerang con i disegni rimasti affissi tra pannelli ingrigiti, sporcizia e degrado.

Il commercio ha necessità di rilancio, ma prima di tutto bisogna agire sul degrado e sull’immagine che si vuol dare della città. È un buon punto di partenza.

Silvia Bini