Prato è sotto tiro. Le vicende delle aziende cinesi con i lavoratori pakistani in sciopero, con annesse sprangate, hanno fatto precipitare la reputazione del distretto, che finisce all’attenzione dell’opinione pubblica additato come esempio di illegalità. Di più: come un’area industriale in disfacimento, senza alcuna distinzione fra il buono e il cattivo, il virtuoso e il delinquente, il performante e l’approfittatore. Va detto che ce la siamo cercata. Non tutti, beninteso: c’è anche chi sta subendo questo linciaggio senza averne responsabilità. La nostra associazione per esempio non se l’è cercata affatto.
* Presidente sezione Moda
Confindustria Toscana Nord
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