REDAZIONE PRATO

Castagne, raccolto in forse. "E’ colpa del caldo anomalo"

Le testimonianze dei coltivatori: tra i problemi anche il fungo della "muffa grigia". Divieto per i cercatori di ricci nei boschi coltivati

Iniziano a cadere i primi ricci in Val di Bisenzio, in preparazione di una stagione, per la castagna locale, che non sembra partire col piede giusto.

Complici le temperature anomale dI settembre, la siccità che ha colpito a macchia di leopardo alcune zone e i venti caldi che hanno soffiato incessantemente per alcune settimane – e che hanno avuto effetto anche sulla prima mandata di funghi, cresciuti in Valbisenzio con la cappella screpolata -, l’insetto che da anni sta affliggendo i castagneti di tutta europa, il cinipide, e l’ultimo arrivato, fra i nemici della castagna, lo gnomo gnosis, ovvero il fungo detto ’muffa grigia’ che rende immangiabile il frutto. Anche se, di fatto, non va a influire sul gusto della farina che verrà realizzata in quanto la parte del frutto colpito, una volta seccata la castagna, si polverizza e quindi non va a contaminare il resto del prodotto. "Il castagneto è in difficoltà – ci ha detto Alberto Belli, dell’associazione Castanicoltori della Valbisenzio – per colpa di varie concause, dal cinipide al caldo di settembre e al fungo. Le castagne sono più piccole e presentano un punto nero all’esterno, che vuol dire che c’è la muffa grigia". Anche per Daniele Giraldi, che ha castagneti a Cantagallo e a Castello, la situazione potrebbe non essere delle migliori, ma resta fiducioso.

"Le castagne sono piccole – dice Giraldi, socio dei Castanicoltori – e indietro con la maturazione ma ancora il raccolto vero e proprio non è cominciato, quindi ci sta che le cose cambino, anche perché le prime a cascare sono le più piccole e quelle malate. Certo è che le condizioni non sono state favorevoli: le temperature superiori alle medie stagionali di settembre, è come se ne avessero bloccato la crescita". Giraldi è peraltro precursore delle ultime indicazioni date dall’università e dagli esperti, che hanno visto una migliore risposta alle avversità nei castagneti concimati.

"E’ da una decina di anni che utilizzo nei miei castagneti concime organico e minerale – spiega Giraldi – e ho visto un netto miglioramento nella vigoria delle piante, che danno anche più produzione". L’appello, da parte dei castanicoltori, a fare attenzione per chi si recherà in Val di Bisenzio alla ricerca di castagne, resta invariato di anno in anno: nei castagneti coltivati – con o senza cartello di avvertimento – la raccolta è vietata.

Claudia Iozzelli