
Una manifestazione di protesta sull’emergenza casa Foto d’archivio
Prato, 20 febbraio 2022 - "Dopo due anni di blocco degli sfratti, adesso ci sono circa 600 procedure da gestire. Abbiamo chiesto e ottenuto dal tribunale di sbloccarle in maniera graduale, altrimenti la situazione sarebbe stata impossibile da affrontare. Per fortuna non tutte queste famiglie si rivolgono ai servizi sociali: dare un alloggio a tutti sarebbe impensabile. Anche perché quando mandiamo le revoche delle case popolari sempre più spesso ci ritroviamo a fare i conti con gli avvocati e con procedure davanti al tribunale". Se da un alto il Comune lavora sul superamento dei campi nomadi, dall’altro deve gestire l’emergenza sociale degli sfratti. E lo fa tentando sia di aiutare chi ha davvero bisogno, che di fare uscire dai percorsi di sostegno abitativo coloro che non ne hanno più i requisiti. Un’attività quest’ultima che sta diventando sempre più complicata, come raccontato dall’assessore Luigi Biancalani durante la commissione presieduta da Rosanna Sciumbata.
"Abbiamo una persona che da dodici anni è in un alloggio popolare - spiega Biancalani -. Dall’ultimo controllo sull’Isee abbiamo scoperto che ha 320mila euro sul conto corrente e gli abbiamo intimato di lasciare la casa. Lui si è ribellato, ha messo di mezzo l’avvocato, e stiamo lottando davanti al giudice per vincere la causa. Se prima i controlli erano a campione, adesso sono su ogni singola posizione. Ultimamente di decadenze ne abbiamo fatte molte, ma nella maggior parte dei casi siamo finiti per vie legali". Di fronte a un simile meccanismo diventa anche più complicato dare un alloggio popolare a chi si trova nella nuova graduatoria in corso di ultimazione. Il Comune ha messo in campo più misure, per cercare di aiutare chi deve fare i conti con uno sfratto, o non riesce a trovare un alloggio sul mercato.
"In emergenza alloggiativa fra residence e affittacamere abbiamo più di 600 persone – prosegue Biancalani -. Sulle case popolari, invece, nel giro di un anno dovremmo potere soddisfare un buon numero di famiglie. Poi c’è il sostegno per l’affitto, coin uno stanziamento passato da 400mila euro a 1,7 milioni. Una cifra straordinaria, non facile da rifinanziare, che però ci ha permesso di ridurre gli sfratti. E infine lo scanso-sfratti per morosità incolpevole: qui paghiamo fino a due anni di affitti per chi ha perso il lavoro o ha problemi di salute".
Secondo Biancalani, a fronte dei seicento sfratti che stanno piano piano diventando esecutivi, "la situazione è sotto controllo". Nel 2021, infatti, sono stati assegnati 72 appartamenti a canone calmierato in via di Gello, il Casolare ha garantito altri 70 appartamenti per l’emergenza alloggiativa, e per l’estrema marginalità sono arrivati 50 posti in più fra Garduna, Casa Anna e Casa Renato. "Entro fine anno - conclude l’assessore - dovremmo completare pure la procedura d’acquisto della palazzina abbandonata di via di Gello. Di mezzo c’è il tribunale e quindi i tempi sono più lunghi. Ma questo intervento darà ulteriore respiro al problema casa".