REDAZIONE PRATO

Carabinieri nei guai per i controlli morbidi

Contestati nuovi episodi nell’inchiesta che coinvolge anche un appuntato scelto residente a Carmignano

CARMIGNANO

I Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria che, alle dirette dipendenze dei pm di Firenze Angela Pietroiusti e Carmine Pirozzoli, hanno sviluppato le indagini successive all’arresto in flagranza (30 aprile) per concussione, di due loro colleghi del Nas, il nucleo antisofisticazioni, si sono convinti fin da subito di una cosa. Che quell’episodio (ottomila euro pretesi e ottenuti come ‘acconto’ da una dentista di Lastra a Signa per alterare l’esito d’un controllo ed evitare la segnalazione all’Asl) non fosse estemporaneo. Quanto piuttosto punta dell’iceberg di una "attività" consolidata nel tempo. Lo faceva supporre il modus operandi. I telefonini sequestrati ai tre, unitamente alle denunce di altri imprenditori, hanno dato forza e consistenza a questa ipotesi investigativa. Comprensiva dei ruoli di alcuni intermediari che ‘avvicinavano’ gli imprenditori da taglieggiare. I quali intermediari non potevano essere inaffidabili. Scelti così, alla rinfusa. Ce n’è stato uno di questi, arrestato pure lui la primavera scorsa insieme al luogotenente Antonio Barrasso, 56 anni e all’appuntato scelto Luigi Aprile, 49, di Carmignano; ce n’è almeno un altro nella inquietante vicenda che, ieri, ha riportato in carcere – per altri episodi, analoghi – Barrasso e Aprile, nel frattempo sospesi dal servizio e messi ai domiciliari. E ai domiciliari, sempre su ordinanza del giudice Piergiorgio Ponticelli, l’ex maresciallo della GdF Giuseppe Spezzano, 60 anni, di Montecatini, ora all’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, che svolge attività di intelligence al di fuori del territorio nazionale. Questo nuovo intermediario, 4° soggetto arrestato, è Libero Sorelli, noto ‘Luciano’, 76enne di Incisa Valdarno, ‘nume’ nel commercio vitivinicolo, etichette della Toscana tutta. In seguito anche nella produzione, con discreti riconoscimenti. Proprio Sorelli compare nell’episodio – terribile nella ricostruzione di inquirenti e investigatori – ai danni di Mario Borghi, titolare delle omonime ‘Cantine Borghi’ di via Empolese a San Vincenzo a Torri, operativa dal 1968. E, la sua famiglia, anche ‘Le Gallozzole’ di Monteriggioni (Siena).

Insieme a Barasso e Spezzano, Sorelli avrebbe costretto Borghi a dare 75.000 euro in contanti, (ma la prima richiesta era stata di 200.000), in tre tranches tra marzo e giugno 2018. Come? Il luogotenente Barasso eseguendo senza dare comunicazione alcuna al suo Comando un controllo ispettivo alle Cantine, con prelievo di campioni di vino e di una mole di documenti (verifiche peraltro senza che venisse accertata alcuna irregolarità); Spezzano con barasso incaricando Sorelli di ‘parlare’ con Mario Borghi: "doveva comunicargli – scrive il giudice nell’ordinanza di custodia – che l’unico modo per chiudere il controllo era pagare...".

Giovanni Spano