
I controlli dal dermatologo sono indicati anche per la prevenzione
Siamo alle porte dell’estate e la voglia di esporsi al sole, in spiaggia o in montagna, è insopprimibile, dopo le uggiose e fredde giornate invernali. Tuttavia le esposizioni, specie nelle ore più calde, possono essere potenzialmente pericolose per il nostro benessere se non si adottano regole comportamentali. A parlarne, il dermatologo Maurizio D’Anna, specialista in malattie veneree e della pelle con esperienze trentennale, che negli ambulatori de La Misericordia svolge la sua professione.
Esiste prevenzione per le malattie pelle?
"Per alcune malattie sì. Siamo in un periodo preestivo, quindi si impone la massima attenzione nell’esporsi al sole fatti salvi tutti i noti effetti benefici. Il sole non va dunque demonizzato ma vanno evitate le ore più calde facendo uso di buone protezioni solari anche piuttosto alte da applicare per tutto il periodo espositivo. Una volta abbronzati si possono ridurre gradualmente le applicazioni".
I prodotti in commercio sono validi?
"Diverse aziende producono ottime formulazioni molto simili ad acque termali in grado di offrire perfino una protezione 50. La gamma è vastissima, così ognuno può scegliere come meglio preferisce".
Appare una macchia, un neo improvvisa sulla pelle. Quando bisogna preoccuparsi?
"Esiste una vecchia regola legata alle prime cinque lettere dell’alfabeto: A, B, C, D, E. La A sta per asimmetria, quindi un neo di forma irregolare va guardato con sospetto. C è invece il colore: un neo che vira dallo scuro fino al nero (da qui la definizione ‘melanoma’) deve essere analizzato con estrema cura. D è l’iniziale di ‘dimensione’ che secondo i vecchi protocolli non destava allarme quando un neo era più piccolo di mezzo centimetro. Le nuove linee guida prendono in considerazione anche quelli di pochi millimetri. E per finire la E, che sta per evoluzione: un neo che si trasforma per colore e dimensioni va preso molto sul serio".
Lei si occupa di patologie legate alla sfera sessuale. E’ un problema ancora diffuso?
"Sì, con una esplosione di nuovi casi di sifilide che se presa per tempo, è facilmente curabile. Diciamo che soprattutto nella popolazione giovanile c’è una tendenza a sottovalutare i rischi di un rapporto sessuale non protetto. Ma la medicina mette a disposizione una buona gamma di farmaci in grado di risolvere il maggior numero di queste problematiche. Però non dimentichiamo l’insidia HIV e tutte le conseguenze di una patologia male affrontata, prima fra tutte l’infertilità. Usare il profilattico è un imperativo più che una raccomandazione".
Guido Guidi Guerrera