
Luca Calvani presenterà il suo libro. Cavoli&Merende
Quindici piatti per ogni stagione, sessanta ricette in tutto che raccontano una Toscana vegetariana, schietta, dove sapori e profumi si amalgamano con ricordi e aneddoti. Luca Calvani nel suo libro "Cavoli & merende - Ricette e consigli per quattro stagioni" (Edt editore) mette in tavola la sua cucina. E un po’ anche se stesso. L’attore e regista pratese presenterà il suo libro domani alle 20.30 al Castello dell’Imperatore, scenario de ‘La Toscana in Bocca’, la kermesse organizzata da Confcommercio nell’ambito di Eat Prato. A intervistarlo sarà il conduttore della manifestazione Simone Gai.
Calvani, nel suo agriturismo di Camaiore, Le gusciane, prende i suoi ospiti per la gola. Quando e come è nato il suo amore per la cucina? "Ho sempre amato mangiare e sono sempre stato interessato a capire come funzionano le cose. Sono un curioso. In più quando sono andato a vivere negli Usa ero quello che cucinavo per gli amici, per lo più stranieri. Cucinare e cucinare per gli altri ha sempre fatto parte della mia vita. Quanto al mio agriturismo, mi ha conquistato la sua atmosfera particolare da cottage inglese. La cucina che propongo è vestita anche di quell’atmosfera, rielaboro magari piatti toscani, ma con un tocco fusion. Alla fine sono un regista: a chi arriva offro un’esperienza".
Oggi la cucina dei talent capeggiati da grandi chef è anche molto show. Gli stessi piatti sono spesso presentati come piccoli quadri, opere d’arte. Rischia di contare più l’occhio del gusto? "Io sono un grande curioso, assaggio tutto e sono sempre molto sorpreso da questi artisti che creano composizioni incredibili di gusto. Ma questo settore è fatto di molti petali. Il mio libro e la mia cucina è diversa: una celebrazione della convivialità. Io sono un raccontastorie e amo farlo in questa casina che sembra rubata al tempo".
Lei ha scritto 60 ricette, 15 per ogni stagione. "Sì ed ogni ricetta è legata a un anedettoto, a un momento. Ma "Cavoli & merende" non si fermerà al libro. Diventerà un serie tv. Ci sto lavorando proprio in questo momento".
Cosa troviamo di Prato nel suo libro? "Moltissimo. Una ricetta su tutte: la minestra di pane. Oppure anche i ceci ripassati nel cavolo nero. Ci sono tanti sapori che mi riportano alle mie radici: il profumo del pane toscano sciocco, i cantucci col vinsanto, la bozza pratese con un filo d’olio nuovo".
Prato ha prodotti unici ed eccellenze, pensiamo ad esempio alla pasticceria. Potrebbe ambire, la città, a un festival culinario? "Io credo che Prato abbia un potenziale altissimo. Ovviamente soffre della vicinanza di una città come Firenze. Ma ha sicuramente eccellenze da poter promuovere anche in ambito culinario e già eventi come questo creano l’humus adatto per aumentare l’ambizione, che è quella che dà la spinta per pensare in grande e creare nuove iniziative".
Maristella Carbonin