
Smantellata una rete criminale violenta con metodi da manuale mafioso. Sei arresti fra i clan della criminalità cinese attiva nel distretto di Prato. L’episodio chiave fu proprio quanto accadde a ottobre di fronte a un albergo.
Dal controllo del racket delle grucce che vale milioni di euro, alla supremazia del racket dello sfruttamento della prostituzione. I tentacoli della criminalità cinese a Prato, sempre più organizzata e più aperta a collaborazione con altre etnie, travalicano il campo del tessile e si vanno ad innestare in un altro ambito ’redditizio’ come lo sfruttamento delle schiave del sesso. A squarciare il velo su un fenomeno sommerso è un’indagine, durata otto mesi, condotta dalla Squadra mobile di Prato e coordinata dal procuratore Luca Tescaroli, che ha scoperchiato una guerra tra bande rivali per la supremazia del mercato del sesso a pagamento in città. L’inchiesta ha portato all’arresto di sei persone, dieci perquisizioni e ad indagare altre quattro persone. A dare il via all’indagine è stato un atto intimidatorio avvenuto il primo ottobre ai danni di un cinese: ignoti avevano dato fuoco alla sua auto in viale della Repubblica, lasciando poi una bara, con sopra una sua foto, di fronte all’ingresso della struttura alberghiera dove soggiornava. Vittima dell’intimidazione un cinese classe 1990, Hui Chen, formalmente titolare di una pelletteria di Campi Bisenzio. Proprio quella bara, secondo il giudice per le indagini preliminari rappresenta "un fortissimo gesto intimidatorio" in un contesto dominato da "condotte violente e minatorie" riconducibili allo sfruttamento organizzato della prostituzione.
Per la procura "tale agire si colloca nella contesa tra due gruppi criminali rivali per assicurarsi l’egemonia del mercato della prostituzione cinese, volto a costringere la vittima a far fronte a un debito ricollegabile alla pregressa attività di sfruttamento della prostituzione e a far cessare l’attività di meretricio esercitata nella struttura alberghiera".
Tra gli arrestati figura Haije Hu, detto Cris, 35 anni, considerato il mandante fornendo anche un autolavaggio come base logistica per custodire la bara, un italiano di origini calabresi di 36 anni, Domenico Gagliardi, un pakistano di 48, Haider Bader Zamer accusati di tentativo di estorsione ed esecutori materiali dell’intimidazione. Il secondo reato contestato è lo sfruttamento della prostituzione che ha portato all’arresto della persona offesa e di due cinesi di 31 anni 36 anni. In casa dell’italiano, è stato trovato un revolver con matricola abrasa.
Secondo la ricostruzione della procura, Hui Chen sarebbe stato il "detentore originario dell’egemonia del mercato della prostituzione pratese", finché un gruppo a lui affiliato, guidato da Cris, non avrebbe deciso di mettersi in proprio, dando il via a una faida per il controllo del territorio.
Sa. Be.