Calice fermo per manutenzione. Fosse biologiche: pulizia frenata

L'impianto di spurgo del Calice a Prato sarà chiuso per una settimana per lavori di manutenzione, causando rallentamenti nei servizi di spurgo e possibili disservizi per privati e servizi pubblici. Senza un impianto alternativo, la pulizia delle fosse biologiche sarà compromessa.

Sarà una settimana a rischio disservizi quella che attende i pratesi sul fronte delle attività di spurgo. Da ieri infatti si è fermato l’impianto del Calice. Lo stop durerà circa una settimana e servirà a effettuare manutenzione alla struttura gestita da Gida. Un intervento che si rende necessario dopo il boom di lavoro e di depurazione avvenuto nel post alluvione, quando l’impianto ha ricevuto importanti sollecitazioni. Lavori che però assicureranno, dopo, le migliori performance dell’impianto. Questo stop porta però con sé un rallentamento nei servizi di spurgo, perché il Calice è il principale impianto di ricezione dei liquami dell’area metropolitana. Senza le 2.500 tonnellate trattate a settimana, di fatto Prato e Firenze saranno servite solo da Baciacavallo che ha una portata di "sole" 900 tonnellate a settimana. Il resto dei liquami non avrà un impianto nel quale essere smaltito e quindi molto semplicemente l’attività di pulitura delle fosse biologiche non potrà trovare risposta totale. Con buona pace di privati, imprenditori e uffici pubblici che volevano programmare un intervento. A dare l’annuncio sui possibili disservizi è il Consorzio Spurghisti Associati, realtà che raggruppa 46 aziende del settore degli spurgo fra Firenze, Prato, Pistoia, Siena, Valdelsa e Valdarno. I disservizi riguarderanno sia i privati che i servizi pubblici, come scuole, ospedali e uffici istituzionali. Il Calice d’altronde riceve quasi il 70% dei liquami provenienti da tutta l’area metropolitana, e una volta chiuso, anche per semplici lavori di manutenzione come avvenuto questa settimana, non esiste fra Prato e Firenze una struttura che possa anche solo parzialmente sostituirlo.