Calco del Datini rotto al Convitto ‘Santagati non deve risarcire lo Stato’

Si conclude l’intricata vicenda sul ‘famoso’ calco in gesso della statua di Francesco Marco Datini

Daniele Santagati, ex rettore del Convitto Cicognini

Daniele Santagati, ex rettore del Convitto Cicognini

Prato, 7 novembre 2017 - Dopo una battaglia legale durata oltre dieci anni, finalmente si conclude l’intricata vicenda sul ‘famoso’ calco in gesso della statua di Francesco Marco Datini che ha visto come protagonista l’ex rettore del Convitto Cicognini, Daniele Santagati (oggi preside dell’istituto Datini). A mettere la parola fine è stata la Corte dei conti centrale d’Appello che ha annullato la sentenza pronunciata dalla magistratura contabile toscana nel 2015 che aveva condannato Santagati a restituire allo Stato 280mila euro per la rottura di quel calco nel lontano 2006. La Corte dei conti romana ha accolto il ricorso presentato da Santagati, tramite il suo legale Simone Zani, annullando la condanna dei colleghi toscani sulla scorta del pronunciamento della Cassazione che aveva dichiarato i reati prescritti.

La Suprema corte, constatando la prescrizione, entrò nel merito della questione riconoscendo un «leggero» profilo di colpa nel comportamento del preside dovuto, però, a una «fatalità». Per la Cassazione si trattò di «un’insieme di comportamenti di persone diverse» nei quali non si poteva riscontrare una «colpa grave», necessaria per una condanna da parte della magistratura contabile. Motivo che ha spinto ora la Corte dei conti d’Appello a cancellare la condanna a 280mila euro e a riconoscere il pagamento delle spese legali. La vicenda risale al 2006 quando Santagati, che era custode del calco, lo fece togliere dall’imballaggio per collocarlo al piano terra nel corridoio del Convitto.

La statua venne danneggiata dagli studenti tanto che Santagati decise di spostarla. Incaricò il personale della scuola, ma nella manovra la statua cadde e si spezzò. A quel punto l’ex rettore dette ordine di frantumarla in pezzi e di buttarli nel cortile tra il materiale di risulta dei lavori. La Corte dei Conti Toscana dispose che Santagati doveva rimborsare lo Stato di ben 280mila euro sottolineando che la condotta del preside era stata causa della rottura del calco realizzato da Antonio Garella nel 1896. Per la magistratura contabile toscana vi era stato «un atteggiamento di grave disinteresse nell’espletamento delle proprie funzioni». Santagati ha impugnato quella decisione e ora è arrivata la svolta. «Ringrazio i genitori degli alunni del Convitto Cicognini e gli amici – dice soddisfatto Santagati – che mi hanno sempre sostenuto e che hanno creduto fermamente nella mia correttezza. È stata una vicenda sofferta che finalmente è arrivata a conclusione». «Resta ancora il capitolo degli arredi – dice l’avvocato Zani – per mettere fine a una vicenda andata avanti fin troppo».