Cadavere bruciato Ci sono i "gravi indizi" Il presunto assassino per ora resta in carcere

Il gip convalida il fermo del marocchino accusato di aver ucciso Said Jaador .

Cadavere bruciato  Ci sono i "gravi indizi"  Il presunto assassino   per ora resta in carcere

Cadavere bruciato Ci sono i "gravi indizi" Il presunto assassino per ora resta in carcere

Nessuna attenuazione della misura per il momento. Habdelhadi Hajjaj, chiamato da tutti Madani, marocchino di 50 anni, difeso da Enrico Martini, resta in carcere per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Lo ha deciso in tempi rapidissimi il gip Francesca Scarlatti al termini dell’interrogatorio di garanzia durante il quale lo straniero si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato il fermo emesso dalla Procura a carico dell’uomo nella notte fra martedì e mercoledì al termine del lungo interrogatorio in Questura per la morte di Said Jaador, marocchino di 36 anni, trovato cadavere dalla polizia la mattina precedente in uno stabile abbandonato in via di San Paolo.

Madani, clandestino e con una lunga lista di precedenti di polizia, non ha mai confessato di essere l’assassino del coinquilino – i due avevano subaffittato da un italiano una stanza in una casa non distante dal luogo del ritrovamento del cadavere – ma il giudice ha ritenuto che gli indizi raccolti dalla squadra mobile, coordinata dal pm Alessia La Placa , fossero sufficienti per la convalida del fermo dell’uomo.

Il legale di Madani non ha ancora deciso se presentare Riesame. Lo farà solo dopo aver parlato con il suo assistito.

La polizia ha raccolto elementi a carico di Habdelhadi Hajjaj durante le indagini per la scomparsa di Said Jaador. Il trentaseienne non dava più notizie di sé dal 18 aprile scorso. L’ex moglie, raccogliendo anche le preoccupazioni dei parenti in Marocco, aveva presentato denuncia di scomparsa il 21 aprile e si era rivolta a "Chi l’ha visto". Nelle settimane successive, sia la donna che i familiari di Jaador avevano ricevuto delle strane foto che ritraevano campi e stabili abbandonati, ma non quello dove era stato portato il corpo. Un tentativo, secondo la polizia, di sviare le indagini. La certezza di quello che era accaduto si è avuta solo martedì mattina quando la polizia ha trovato il cadavere dell’uomo, mezzo bruciato, nello stabile in via di San Paolo. A quel punto il cerchio si è stretto su Madani che, raggiunto in strada, è stato invitato a comparire in Questura. Al termine dell’interrogatorio, nel quale non ha confessato l’omicidio, è stato arrestato.

Laura Natoli