
di Silvia Bini
Il più anziano ha 95 anni, il più giovane supera di gran lunga i 70. Ore 11, giardini di via Carlo Marx: il cancellino della grande struttura che si trova proprio all’ingresso del parco è aperto.
I più in forma arrivano in bicicletta, che parcheggiano nella rastrelliera all’interno, altri si avvicinano più lentamente a piedi. Dall’ingresso si sentono già risate e imprecazioni: "Ma cala la donna…". "Eh la donna, che ne vuoi sapere te", risponde a tono l’amico. Nulla è come prima nei centri ricreativi e nei centri anziani rimasti chiusi a causa dell’emergenza sanitaria. Nulla è come prima tranne che nelle bocciofile. L’onda lunga del coronavirus ha rimodulato quella che per molti pensionati era l’estate-tipo e allora ecco che la soluzione scaccia-solitudine è proprio questa: un luogo dove ritrovarsi per stare insieme, uno dei pochi rimasti aperti.
E’ anche questo il valore sociale della ‘Romita’. Un punto di riferimento, in cui dalla mattina alla sera ci sono persone, o meglio amici, pronti a darsi una mano in caso di bisogno. E così tante famiglie si sentono più tranquille perché sanno che i loro cari, genitori e nonni, non sono soli. "Ci si ritrova tutti i giorni, si gioca a carte e poi a bocce. La sera qui al bocciodromo vengono anche le mogli. Loro fanno comunella e parlano di cose da signore. Così facendo passiamo la giornata insieme". Sorride Mario Marres, 81 anni compiuti, arrivato a Prato dalla Sardegna quando era ancora un bambino. Lui in questo periodo è il responsabile della struttura, un ruolo che viene svolto a rotazione tra i soci-volontari per condividere gli oneri della gestione. È intento a contare gli spiccioli dell’incasso, riposti nel cassetto di legno all’ingresso.
"Per entrare serve la tessera, costa 10 euro l’anno. Qui si fanno le cose in regola", spiega soddisfatto mentre mostra il gazebo di legno utile per l’inverno. Dentro al bocciodromo c’è una pista per giocare a bocce a striscio e c’è anche l’aria condizionata che nelle giornate più calde serve per stemperare le temperature africane ed evitare malori. E c’è anche un distributore di bevande fresche. "Io sono il miglior bocciatore della provincia", si aggrega Sergio Frati mentre colpisce con solo un tiro il ‘pallino’ giallo lontano 20 metri. Fuori attorno ai tavolini sono seduti vari gruppetti di anziani che giocano a carte sotto il pergolato di vite americana. "All’ombra si sta abbastanza bene, ci mettiamo seduti qui a giocare a carte e il tempo passa veloce", aggiunge Gianfranco Deservi, ex dipendente della Coop. "Qui si sta bene, ci facciamo compagnia a vicenda. Siamo tutti anziani e passiamo le giornate", aggiunge uno dei soci affacciandosi alla porta.
L’estate è uno dei periodi più a rischio per la terza età. Le città si svuotano, i parenti partono per le vacanze. Molti pensionati, invece, le vacanze le trascorrono a casa: "Prima andavamo in ferie, ma ora mia moglie non sta molto bene di salute e allora non andiamo più via. Qui al bocciodromo abbiamo un punto di riferimento, perché resta sempre qualcuno e così non ci sentiamo soli". È il messaggio che arriva da tutti i frequentatori della ’Romita’ aperta tutti i giorni anche ad agosto, per tutto il giorno (tranne nella pausa pranzo e a cena), fino alla sera alle 23. Gli iscritti sono 170, tutti rigorosamente over 70 e residenti nel quartiere e così la struttura nata per giocare a bocce, in agosto, si trasforma in un punto di ritrovo aperto a chiunque voglia socializzare. Già, p perché non serve saper giocare bocce o a carte per far parte del gruppo. E basta avvicinarsi per trovare compagnia e un gruppo di amici.
Quest’anno è tutto particolare con i centri civici chiusi, inaccessibili causa Covid anche le sedi delle associazioni di volontariato dove di solito gli anziani venivano ospitati durante le giornate più calde e anche la permanenza nelle Case del Popolo è limitata per evitare assembramenti. Insomma, a queste condizioni il rischio è che gli anziani restino in balìa di se stessi. Un pericolo che ai giardini di via Carlo Marx si scongiura facendo comunella tra risate e perché no pure qualche battibecco.