Beste, l’arte "incontra" la fabbrica Con il contributo dei lavoratori

Una grande installazione composta da rocchetti di filato e basata su un disegno di Jacq, il pittore anonimo. L’hanno realizzata i dipendenti insieme a un collettivo di giovani creativi. In mostra fino a metà luglio

Migration

. Marco Conti, Lorenzo Romaniello Lorenzo Vacirca e Giulia Landini di IperCollettivo davanti all’installazione

Un’installazione artistica realizzata anche con il contributo dei lavoratori. E’ l’ultimo progetto di Beste, da un’idea dell’artista Jacq e dei creativi di IPER-collettivo, ovvero Marco Conti, Lorenzo Vacirca, Giulia Landini e Lorenzo Romaniello. E’ stata inaugurata ieri pomeriggio negli spazi del Beste Hub | Monobi in via Bologna e si potrà visitare fino al 16 luglio. L’opera raffigura due due volti che si incontrano, l’attimo in bilico fra un arrivo e una partenza, oppure il momento che precede il bacio o quello in cui questo è terminato e ci si osserva, ma può anche rappresentare l’espressione di un sentimento o un semplice saluto. Tutto parte da un’idea e da un disegno, poi "tradotti" su un’ampia superficie della sede di via Bologna da una moltitudine di il rocchetti da filato, tutti in materiale riciclato e donati dalla Mariplast spa, che insieme al Gruppo Colle è sponsor del progetto. A comporre quella vasta distesa di rocchetti che riproduce il disegno degli artisti, sono stati gli stessi lavoratori di Beste, su base volontaria: 36 dipendenti hanno scelto di contribuire all’opera, impiegando quattro ore di lavoro normalmente pagate nel realizzare il progetto. L’opera si chiama non a caso "Fabbricazione", il disegno firmato da Jacq "L’incontro". L’artista è ormai famoso anche a Prato: opera nell’anonimato e da anni dipinge i volti di persone comuni sottraendo i loro tratti somatici, ma rendendoli comunque riconoscibili. Il suo intento non è ritrarre semplicemente le persone, ma di rappresentare le loro storie e i loro legami, i loro incontri. Negli spazi di Beste un incontro è quello raffigurato nel dipinto, un incontro è quello fra gli artisti e i lavoratori; un altro incontro quello con i fruitori della mostra. "Noi vogliamo sempre di più aprirci alla città – ha detto Giovanni Santi, presidente di Beste spa –. Non siamo un’azienda che pensa solo al business, che naturalmente deve fare, ma vogliamo restituire in qualche modo ricchezza al territorio. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato a questo progetto, a cominciare dai lavoratori".

Il Beste Hub di via Bologna ospita fra le altre cose lo spazio operativo della divisione abbigliamento del gruppo, che registra un’incremento delle nuove assunzioni del 48.6% dal 2020: un risultato di notevole importanza, tanto più in tempi di pandemia. Fra divisione abbigliamento e divisione tessuti il gruppo conta oltre 250 dipendenti, con età media di 39 anni nel primo caso e di 29 nel secondo. Per finire qualche numero: gli ultimi dati parlano di oltre due milioni di tessuti prodotti all’anno e quasi 71mila capi, con 230 nuovi articoli creati ogni stagione nel segno del Made in Italy.