
Nicola Piacquadio, gestore di impianti e rappresentante di Confesercenti
Prato, 12 maggio 2020 - Bollette a pieno regime, ma incassi crollati anche del 90%. E’ la situazione critica che hanno dovuto affrontare i 60 distributori di benzina della provincia di Prato durante l’emergenza coronavirus. Un settore che è rimasto aperto in quanto servizio pubblico ma che paradossalmente, chiudendo dai primi di marzo fino al 4 maggio, avrebbe avuto perdite minori. "Nelle domeniche della pandemia – racconta Nicola Piacquadio di Confesercenti, nonché gestore degli impianti Q8 in via Pistoiese a Montemurlo e in via Firenze a La Querce – abbiamo incassato col self 24 ore una media di trenta centesimi a giornata. A questa cifra vanno tolte le spese di corrente e le commissioni bancarie. Di fatto siamo rimasti aperti per andare in perdita".
La situazione è in parte migliorata dal 4 maggio, quando è iniziata la fase 2. C’è infatti chi è tornato a lavoro, il tessile si è rimesso in moto e i consumi sono tornati a crescere. "Diciamo che adesso il calo della benzina erogata si aggira intorno al 50% - prosegue Piacquadio - All’impianto sono rimasto da solo, senza fare venire a lavorare i due dipendenti e il collaboratore, ma le spese erano sempre troppe rispetto alle entrate". Per il momento nel settore non si parla di tagli al personale o di chiusura di impianti. "La speranza è di tornare alla normalità nel giro di qualche settimana e per questo i vari gestori stanno provando a resistere. Io ad esempio stavo per effettuare un’assunzione e la farò ugualmente perché credo che si possa tornare alla mole di lavoro pre-Covid". Per dare una misura di come sono cambiate le cose da marzo a oggi, basta guardare i litri di carburante erogati da un impianto di media grandezza. "Normalmente si erogano 4/5.000 litri di carburante al giorno – conclude Piacquadio – Adesso siamo intorno ai 2.000/2.500 litri al giorno. Durante il lockdown eravamo a 700 litri al giorno". A confermare il crollo nei consumi di benzina durante il lockdown c’è pure l’amministratore e socio Conad Tommaso Signorini che parla della situazione all’impianto di Maliseti: "Dalla prima settimana di Covid e per i due mesi successivi abbiamo avuto cali di erogato intorno all’80/85% - spiega – Adesso siamo intorno al 50% grazie alla ripresa del distretto tessile e alla consegna a domicilio di alcuni bar e ristoranti. Normalmente abbiamo sette persone a lavorare al distributore di Maliseti e invece durante il lockdown in servizio ne abbiamo lasciati tre o quattro in base alle esigenze. Per fortuna abbiamo una struttura ampia e quindi questi dipendenti li abbiamo reintegrati nel supermercato". Dalla scorsa settimana Conad ha deciso di riaprire la seconda cassa e di riportare quasi a pieno regime l’organico. "La sensazione è che servirà tutta l’estate prima di potere tornare ai numeri di prima – prosegue Signorini – L’augurio è che il settore si sarà completamente ripreso a cavallo fra settembre e ottobre. Noi abbiamo tenuto come gruppo perché siamo un’azienda solida e strutturata. Ma comunque le perdite ci sono s tate anche perché avevamo il bar chiuso e la parafarmacia che ha diminuito il fatturato. Con il distributore siamo passati da qualche migliaio di litri al giorno a poche centinaia". In più ci si sono messi anche i costi legati alla prevenzione e alla sicurezza.
«Abbiamo dovuto comprare le mascherine per tutti i dipendenti, effettuare la sanificazione giornaliera, installare i plexiglass a tutela dei lavoratori e dei clienti e comprare i termoscanner per la misurazione della temperatura corporea", aggiunge l’amministratore. "Queste sono tutte spese che andranno a pesare sul bilancio 2020 e di cui risentiremo". Il calo nel costo del petrolio e quindi della benzina, invece, sembra non avere ripercussioni sui distributori cittadini. "Per noi incide davvero poco – conclude Signorini – perché facciamo un ricarico davvero minimo su diesel, benzina e gpl". © RIPRODUZIONE RISERVATA