Compra tre paste, gli chiedono nome e cognome e li segnano in un registro

Acquista brioches e cornetto da asporto, paga e alla cassa trascrivono nome e cognome. "Perché devo dire chi sono a un barista?"

Massimo Taiti

Massimo Taiti

Pratro 1 maggio 2020 - Ordinare al bar due brioche e un cornetto da asporto , pagare e sentirsi chiedere nome e cognome che sarà subito trascritto su un registro. E' accaduto stamani in un bar del centro a Massimo Taiti, avvocato, più volte consigliere comunale e da oltre trent'anni referente per il territorio pratese del Comitato Olimpico. "Al momento di pagare lo scontino da 3.60 euro la persona alla cassa mi ha chiesto come mi chiamassi e ha segnato nome e cognome in un librone. Perché, se vado in farmacia nessuno vuol sapere chi sia, salvo che ciò non risulti dalla documentazione sanitaria, mentre devo rivelarmi a un barista?", si chiede Taiti. "E se non volessi far sapere alla mia famiglia che mi trovavo lì a quell'ora? E se avessi dato il nome di un'altra persona, creandole eventualmente dei guai?".

Taiti rivela che la stessa domanda è stata rivolta ad altri avventori. "Forse l'accavallarsi delle disposizioni del governo hanno creato confusione fra gli esercenti, ma mi chiedo quale sia il rispetto della privacy", argomenta Taiti.

Quando abbiamo chiamato il bar per avere delucidazioni, il locale era chiuso. L'ipotesi emersa fra i commenti sui social è che siccome la vendita per asporto è consentita su prenotazione telefonica con indicazione dell'orario per evitare assembramenti,  probabilmente il barista ha chiesto nome e cognome per supplire alla telefonata preventiva che non c'era stata. Eccesso di zelo? Non un caso isolato se è vero che in una gelateria un cliente sarebbe stato inviato a uscire e a ordinare via telefono il gelato che stava per chiedere direttamente al bancone.  Di certo se è naturale prenotare un piatto al ristorante, magari da preparare sulla base dell'ordinazione,  nessuno telefonerebbe per prenotare un bombolone al bar sotto casa. 

Sui  social, sconcerto, inviti a rivolgersi alle associazioni di categoria, qualche ironia e  una perla di arguzia: l'episodio - rileva qualcuno - sovverte il caso della regina Maria Antonietta che in piena rivoluzione e col pane esaurito dispose di dare brioches alla plebe inferocita e vociante. Oggi invece, se sei un tranquillo signore, ti negano la brioche,  se non sussurri chi sei.