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Savina, la badante sola: il Comune paga il funerale

La donna è morta all'ospedale di Prato. Poi un mese all'obitorio di Prato, ma nessuno ne ha reclamato la salma

La tomba di Savina Liubov

Prato, 22 aprile 2015 - E’ rimasta per oltre un mese in obitorio a Prato, poi il Comune di Carmignano considerati vani i tentativi di rintracciare dei parenti, ha pagato la sepoltura. Savina Liubov era arrivata in Italia per fare la badante e aveva trovato lavoro a Carmignano dove assisteva un anziano giudicato da molti un po’ «strano». Ma quell’uomo, pur nei suoi modi di fare un po’ originali si era accorto che Savina non stava bene e l’aveva convinta ad andare all’ospedale Santo Stefano a Prato a farsi visitare. Savina, nata il 3 aprile 1953, in effetti aveva un tumore e dall’ospedale purtroppo non è più uscita. E’ morta sola il 7 marzo scorso e la salma trasferita in obitorio in attesa che i parenti provvedessero al funerale. Così non è stato.

Savina aveva stretto qualche amicizia con altre badanti di Carmignano e col vicinato: raccontava di una vita dura in Ucraina, dove sembra che sia il marito sia il figlio fossero morti. L’anziano che Savina assisteva è morto qualche giorno prima di lei e probabilmente la famiglia non ha pensato a dove fosse finita la badante oppure non ci ha voluto più pensare. L’Asl di Prato ha perciò informato il Comune di residenza della donna che in obitorio c’era questo cadavere: che fare? L’Ambasciata di Ucraina in Italia, interpellata dall’amministrazione comunale, ha risposto che «non risultano notizie in merito all’esistenza di familiari e viene pertanto dato il nulla osta al seppellimento della salma in Italia».

A quel punto il Comune ha preso un decisione dettata anche dalla sensibilità: darle una degna sepoltura. Gli uffici hanno interpellato varie imprese e l’offerta più conveniente è stata quella della CSF di Sauro Ciarnese di Prato, fra l’altro anche specializzata in funerali per stranieri, che ha richiesto la somma di 550 euro. Savina ora riposa nel nuovo campo, adibito alle sepolture, nel cimitero di Carmignano, situato peraltro vicino all’abitazione dove lavorava. Le amiche le hanno fatto un cuscino di gerbere, qualcuno ha portato un vaso con delle calle e fiori di campo. Sulla tomba non c’è una fotografia. Savina Liubov, a differenza di tante badanti, in Italia non ha trovato una nuova vita e solo l’ospedale, le poche amiche e il Comune si sono presi cura di lei. M. Serena Quercioli