Gida 1, Comitati 0. Il Tar della Toscana ha respinto il ricorso presentato dagli osservatori ambientali e da diversi privati contro l’impianto di Gida a Baciacavallo per lo smaltimento dei fanghi di depurazione delle acque. Le associazioni e privati, inoltre, sono stati condannati a pagare le spese legali per 3.000 euro. Nel ricorso i Comitati avevano puntato il dito contro "la mancata verifica delle alternative di localizzazione, la violazione delle regole di gerarchia della gestione dei fanghi; le leggi ambientali nazionali e il piano regionale dei rifiuti che prevedono in via primaria la loro riutilizzazione. Inoltre, avevano puntato il dito contro una "grave sottostima del rischio sanitario a cui è sottoposta la popolazione della zona". I giudici amministrativi, però, hanno di fatto rigettato il ricorso spiegando che non ci sarebbero studi dell’Asl su rischi per la salute dei cittadini legati al nuovo impianto. Anzi la collocazione, secondo i giudici, risulta "ragionevole". "La peculiarità del progetto di adeguamento dell’impianto esistente, la prospettazione della collocazione delle attività di progetto all’interno del sito esistente risulta del tutto ragionevole", scrivono. E aggiungono: "Emerge come il nuovo impianto preveda l’introduzione di tecnologie alternative, l’adozione di migliori tecniche e realizzi una rilevante riduzione di inquinanti organici. Non è condivisibile la censura nella parte in cui sostiene che l’istruttoria condotta non avrebbe considerato i profili di riduzione delle emissioni degli inquinanti".
CronacaBaciacavallo, i comitati perdono il ricorso