Anno nuovo, vecchi problemi: "Mercato in stallo. Pochi ordini"

Sarti (Confindustria): "Costi di produzione ancora elevati. I listini con prezzi alti avvantaggiano i concorrenti"

Anno nuovo, vecchi problemi: "Mercato in stallo. Pochi ordini"

Anno nuovo, vecchi problemi: "Mercato in stallo. Pochi ordini"

"Il 2023 non è stato un anno particolarmente brillante, soprattutto nella seconda parte. Che cosa ci aspettiamo per i prossimi mesi del 2024? Sicuramente uno strascico di questo andamento per poi, si spera, risalire e migliorare. Se vogliamo, c’è da dire che l’anno strano è stato il 2022 per quell’exploit e quella ripresa forte mentre ancora eravamo in mezzo alla pandemia ed il mondo era ancora parzialmente chiuso". Maurizio Sarti, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, non si dilunga troppo in pronostici né catastrofisti né troppo rosei. Semmai descrive un quadro quanto più realistico possibile di un distretto che oltre che con l’oscillazione e la ridefinizione del mercato globale, si è dovuto confrontare con l’alluvione del 2 novembre scorso. Anche i numeri della congiuntura già noti sono chiari e per adesso riferiti solo al terzo trimestre ’23: il punto di partenza, al momento, non è dei migliori come si evince dalla contrazione dell’11% per quanto riguarda la produzione industriale del settore tessile rispetto al 2022 e quella dell’abbigliamento–maglieria del 3%.

Un periodo difficile che non affonda le radici nel recente disastro ambientale: nell’alluvione sono rimaste coinvolte numerose aziende (il numero reale si saprà dopo il 19 gennaio, quando finirà il censimento dei danni da parte della Regione Toscana), ma solo alcune di queste sono riuscite già ripartire. Un affanno che è il risultato di una serie di fattori per cui di questi tempi, "mancando il lavoro, ci sono diverse aziende del distretto che stanno utilizzando la cassa integrazione", chiosa Sarti. I fattori che non hanno consolidato il successo del 2022 vanno "dai costi per gas ed energia ancora molto elevati e mai più rientrati dall’impennata che ha fatto tribolare le imprese, sebbene adesso si siano stabilizzati al rialzo, ai costi di produzione che non sono calati. Elementi che inchiodano i listini con aumenti del 20%. Una situazione che crea vantaggi per i nostri concorrenti, come la Turchia". Da non sottovalutare gli attacchi di pirateria nel Mar Rosso, perché secondo Sarti a lungo andare "le merci dovranno essere trasportate su altre rotte. Ci vorrà più tempo, viaggi più lunghi e anche più costosi". Il presidente della sezione Moda rammenta le criticità dell’export "che non è andato bene in tanti settori come in quello tessile" anche per "un nuovo assetto dei mercati rispetto al periodo pre-covid". Il valore dell’export manifatturiero nel terzo trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 è a quota -5,8%, secondo i dati del Centro studi di Ctn. Nella frenata del tessile abbigliamento ha inciso molto anche l’inflazione e il potere di acquisto soprattutto dei clienti del segmento medio, mentre non ne ha risentito il settore del lusso.

"Il 2024 è un anno nuovo, ma i problemi che porta sono vecchi – chiosa Sarti – il settore tessile è sempre alla ricerca di manodopera specializzata, come in tanti altri settori c’è carenza di personale". E intanto il tessile pratese si sta preparando per il futuro da protagonista per far passare le proprie istanze per il passaporto digitale. "Stiamo aspettando le direttive dall’Europa, ma le nostre richieste da produttori cozzano con quelle degli importatori".

Sara Bessi